Ucraina: segnali di disgelo

La Russia ha annunciato la fine delle esercitazioni militari nella Crimea annessa a Mosca, dove il dispiegamento di truppe aveva alimentato i timori di un’invasione dell’Ucraina. I soldati, ha reso noto il ministero della Difesa in un comunicato, stanno tornando alle loro guarnigioni: la notizia segue un primo ritiro delle truppe russe dai confini dell’Ucraina ieri. Oggi è il giorno indicato dall’intelligence Usa come la data del possibile attacco russo contro l’Ucraina, e che il presidente Zelensky ha fatto diventare per decreto Giornata dell’unità nazionale.
Ieri però Mosca ha iniziato il ritiro delle truppe dal confine ucraino. Permangono tuttavia dubbi da parte della Nato e di Biden. “Un attacco resta sempre possibile”, secondo il presidente Usa. Oggi a Bruxelles riunione dei ministri della Difesa dell’Alleanza atlantica. Draghi a Parigi da Macron. Di Maio domani a Mosca. Il meteo della crisi in Ucraina è ancora molto instabile, ma in mezzo a tante nuvole nere qualche squarcio di luce comincia ad aprirsi. Vladimir Putin ha dato un segnale di distensione autorizzando l’inizio del ritiro delle truppe dal confine ed assicurando di non volere la guerra, ma la Nato ha espresso dubbi su una reale de-escalation sul terreno. Anche il presidente Usa Joe Biden ha replicato con la massima cautela, affermando che un attacco russo resta ancora “una possibilità concreta”.
Ma anche cercando di allargare gli spiragli per la diplomazia. Certo, la disponibilità del leader del Cremlino a dialogare sulla sicurezza regionale – espressa ricevendo il cancelliere tedesco Olaf Scholz – non ha chiarito come si scioglierà il nodo più intricato della partita: il braccio di ferro sull’ingresso di Kiev nella Nato. Per Mosca non dovrà accadere mai, ma gli occidentali non possono accettarlo, almeno formalmente e per iscritto, come vorrebbe il Cremlino. Biden in serata ha dato voce ai dubbi degli alleati ma anche alla loro cauta disponibilità: “Gli Usa sono preparati, a prescindere da quello che accade – ha spiegato parlando dalla Casa Bianca -. Un attacco all’Ucraina resta sempre possibile”.
Per il presidente, gli Stati Uniti “non hanno ancora verificato in questa fase” l’effettivo ritiro dei russi dal confine ucraino. Ma ha aggiunto: “Siamo desiderosi di negoziare accordi scritti con la Russia”, di proporre “nuove misure sul controllo degli armamenti e sulla trasparenza”. Alla diplomazia deve essere data “ogni possibilità di avere successo”. “Non vogliamo destabilizzare la Russia”, ha quindi assicurato, tendendo la mano a Putin.
ansa