San Marino, 8 agosto 2023. L’8 agosto 1956 nella miniera belga di Marcinelle morirono 262 giovani di 12 nazionalità. Una tragedia europea anche perché il carbone serviva a risollevare le sorti del Continente. Una tragedia che parla anche di San Marino, popolo di migranti.
Alla fine della seconda guerra mondiale l’economia europea è in affanno per scarsità di materie prime energetiche. Il Belgio è ricco di carbone ma non di manodopera disposta a scendere nelle miniere.
Per trovare la forza lavoro necessaria il governo belga lancia una grande campagna promozionale che sfocia nell’accordo italo-belga del 1946. Accordo che assicurava all’Italia un’importante fornitura di carbone, proporzionale al numero di minatori inviati. Dopo 5 anni anche la Repubblica di San Marino firma un accordo con il Belgio che permetterà ai sammarinesi di andare in miniera.
Così quando divampa lo spaventoso incendio a Marcinelle sono tanti i sammarinesi che lavorano nelle miniere belghe, soprattutto quelle di Bois du Luc e La Louvière.
Ecco dunque la necessità di ricordare le vittime e di onorare la fatica di tantissimi lavoratori costretti a lasciare il proprio Paese e vivere una quotidianità di privazioni, di sacrifici e di duro lavoro in condizioni di totale insicurezza.
La tragedia di Marcinelle è una storia che ci appartiene e parla anche di noi sammarinesi popolo di migranti. Una storia che mette al centro il lavoro e il dovere di difendere sempre e ovunque la sua dignità. Una storia sempre più attuale dopo la choc energetico causato dalla guerra in Ucraina e le ondate migratorie di chi, oggi come allora, è costretto a lasciare la sua casa alla ricerca di un futuro migliore.
CDLS, Confederazione Democratica Lavoratori Sammarinesi