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Una pizza

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Per chiudere il contratto l’Assoindustria offre una cena in pizzeria. Ecco le cifre che hanno portato alla rottura della trattativa.

San Marino, 21 maggio 2005

Con una pizza si va in piazza. Rischia di essere questo lo slogan del prossimo sciopero generale dell’industria. Lunedì 23 maggio si riunisce lo strato maggiore della FLI-CSU e per il giorno dopo è convocata l’assemblea di tutti i delegati sindacali.

“L’Anis ha scelto la strada dello scontro a tutti i costi”, afferma Giorgio Felici, segretario industria della CDLS. “Al tavolo della trattativa ha risposto alle nostre richieste con qualche ni e molte provocazioni… Così ci costringono a scendere ancora in piazza”.

E l’elenco delle “provocazioni” è presto fatto. “Sul piano economico – spiega Felici – gli industriali non si muovono da un aumento dell’1,8%. In pratica, 35 euro all’anno. Il che, con il carovita imperante, vale più o meno una cena in pizzeria. Siamo seri: davvero l’Anis ha la pretesa di chiudere il contratto al prezzo di una pizza? A questo si deve anche aggiungere la bizzarra richiesta di cancellare due festività, senza neppure voler discutere un aumento di ore di ferie”.

L’elenco continua sul fronte dei diritti. “Sui temi del mercato del lavoro – afferma sempre il sindacalista della CDLS – gli industriali sono aggrappati al Totem della precarietà. Non solo non vogliono assolutamente parlare del contratto dei frontalieri, ma ci chiedono pure di precarizzare i sammarinesi con contratti a termine di tre anni. E naturalmente continuano gli ingressi senza regole di interinali e consulenti”.

Insiste Felici: “Con le provocazioni non si fanno i contratti, si alimenta solo la conflittualità. E l’ equazione è così elementare che mi fa sorgere il sospetto che in questa trattativa l’Anis abbia perso la bussola. Per la prima volta nella storia delle relazioni industriali c’è infatti una parte del mondo imprenditoriale, mi riferisco all’Osla, che ha scelto una strada diversa: meno atteggiamenti muscolari e più dialogo. Traballa insomma un’egemonia storica, e così il gruppo dirigente dell’Anis sceglie di imboccare la strada dell’arroccamento. Ma le imprese, di fronte al bivio di una lunga stagione di conflittualità o di una rapida chiusura del contratto, come reagiranno?”.

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