Tasse: a pagare di più sono i lavoratori
Diminuzione delle aliquote fiscali per lavoratori e pensionati, un nuovo assegno familiare, detassazione dei premi di secondo livello, tracciabilità dei pagamenti, incentivi per le aziende virtuose, aliquota al 20% sulle rendite finanziarie e sugli interessi dei depositi bancari. Sono queste alcune delle proposte che la Cisl ha portato alla manifestazione di Piazza del popolo e che ripropone per il 2011. La piattaforma rivendicativa è incentratata sul nuovo Patto Fiscale attraverso aiuti alle famiglie e meno tasse sugli stipendi e sulle pensioni. I dati fiscali italiani, d’altronde, parlano chiaro: l’Irpef netta è ammontata a 146 mld, comprese le addizionali comunali e regionali. I lavoratori dipendenti ne hanno pagati 88,5, i pensionati 44,5. Per differenza dal totale deduciamo che appena 13 mld sono stati pagati dagli indipendenti. Prima conclusione: l’Irpef è pagata per il 60,6% dai dipendenti, per il 30,4% dai pensionati e per il 9% da imprenditori e autonomi. Proprio un bel primato!
Un altro indizio: nella classifica sulla pressione fiscale dei paesi Ocse, l’Italia si piazza al quarto posto con un 43,2%, salendo di due posizioni rispetto al 2007, dietro Svezia (47,1%) e Belgio (44,3%). La conseguenza? Le tasche degli italiani sono sempre più leggere: nel 2008 è rallentata la crescita del reddito medio dei cittadini, che si è fermato a 21,6 mila euro all’anno, segnando un più 3,1% rispetto al più 3,3% del 2007; si è eroso il suo valore reale, pari al 51,4% di quello nominale; ed è aumentato il peso delle imposte, con un raddoppiamento del fiscal drag. Questo è un dato condiviso da molti analisti italiani. A ricevere la battuta d’arresto più forte sono i dipendenti, che nel 2007 avevano guadagnato il 4,2% in più rispetto al 2006, a fronte del +3% del 2008. Non è andata meglio ai pensionati, che non possono contare su un reddito superiore a 17 mila euro. Per quanto riguarda la pressione fiscale, l’anno scorso l’imposta media è stata pari al 3.836 euro, con un aumento del 5,4% rispetto al 2007. In altre parole, un italiano tipo si è ritrovato a pagare allo Stato circa 191 euro in più. Sull’aumento ha pesato il fiscal drag, una sorta di effetto collaterale dell’imposizione progressiva, che nel 2008 è aumento di 119 euro. Il primo aspetto importante è il dato relativo alla distribuzione dei redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.
Le elaborazioni numeriche ci restituiscono la purtroppo nota fotografia di un reddito fortemente schiacciato verso il basso: l’82% dei lavoratori dipendenti dichiara un reddito compreso tra i 10 e i 35 mila euro. Il dato pone per il futuro due problemi distinti: quello di una distribuzione del reddito fortemente sbilanciata verso il basso e quello di un livello dei redditi estremamente contenuto. Si tratta di redditi che essendo assoggettati a ritenuta alla fonte non scontano il rischio di evasione fiscale. Terzo terzo aspetto riguarda il fiscal drag: le analisi numeriche ci dicono che il drenaggio fiscale nel 2007 ha determinato una crescita dell’imposta, in media, di 63 euro: i redditi compresi tra i 30 e i 35 mila euro hanno subito un incremento del drenaggio fiscale che varia da 81 a 128 euro, in gran parte dovuto all’incremento della terza aliquota (dal 27% al 38%). La stima per il 2008 è di un fiscal drag medio di 119 euro, quasi raddoppiato rispetto al 2007.
Per il 2011, la Cisl chiede al Governo, pur mantenendo gli obiettivi di rientro del debito pubblico, di realizzare in tempi brevi una riforma fiscale organica a beneficio di tutti i lavoratori e pensionati che possa dispiegarsi in un orizzonte temporale congruo, coincidente con il periodo di riferimento del documento di programmazione economica finanziaria. Per la Cisl, vanno inoltre ridotte le aliquote sui redditi, in particolar modo la prima e la terza, portandole rispettivamente al 20% e al 36%. Va poi affrontato il fenomeno dell’incapienza che riguarda quella fascia di popolazione il cui reddito è così scarso da non poter usufruire delle detrazioni fiscali; necessari anche meccanismi in grado di neutralizzare gli effetti del fiscal drag su redditi e pensioni.
Sul lavoro, bisogna continuare ad agire sul salario di produttività confermando l’aliquota di vantaggio al 10% ma ampliando il tetto di reddito ed estendendo il beneficio anche al settore pubblico. La Cisl preme per un rafforzamento degli strumenti di sostegno alle famiglie e soprattutto degli strumenti di lotta all’evasione. Inoltre, sulle rendite finanziarie bisogna arrivare ad un innalzamento dell’imposta sostitutiva al 20%, con l’esclusione dei titoli di Stato ed un contemporaneo abbassamento della tassazione sui depositi bancari, oggi al 27%. Quanto alle imprese l’obiettivo di riduzione del prelievo dovrà essere legato, secondo le due organizzazioni sindacali, all’innovazione tecnologica e all’incremento occupazionale. Il sindacato spinge per un’elevazione a rango costituzionale dello Statuto del contribuente e ribadiscono la necessità di ridurre i costi della politica, soprattutto attraverso uno snellimento degli apparati burocratici.
di Rodolfo Ricci Conquiste del Lavoro