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Strani fallimenti

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Sul caso del calzaturificio Titan il sindacato vuole vederci chiaro: perché un’azienda con utili miliardari chiude i battenti?

San Marino, 2 settembre 2005

Il calzaturificio Titan chiude i battenti: licenziati 60 dipendenti. Per l’Anis è un netto segnale di crisi del settore industriale, ma per il sindacato le cose non stanno affatto così.

Il fallimento dell’azienda Titan riapre la discussione sullo stato di salute dell’economia biancazzurra. Il calzaturificio che lavora per il marchio Sergio Rossi, a sua volta entrato nel gruppo Gucci, ha infatti già nominato 2 liquidatori e nei prossimi giorni la Federazione Lavoratori Industria della CSU e l’Anis si incontreranno per affrontare questa nuova chiusura aziendale e i relativi problemi occupazionali.

Intanto l’Assoindustria coglie la palla al balzo e rilancia la tesi di una economia in ginocchio. “Il dato di fatto – afferma il segretario dell’Anis Carlo Giorgi – è che ci sono diverse aziende che riducono il personale. Non vogliamo fare nessun allarmismo, ma siamo molto preoccupati. Negli ultimi anni non si sono verificati a San Marino investimenti significativi. Il nostro appello – conclude Giorgi – è rivolto a tutti, in particolare al governo, perché riteniamo necessaria una politica più forte e incisiva, capace di attrarre nuovi investimenti.”

Sul fronte sindacale la vicenda Titan solleva invece molti interrogativi che con la crisi del settore industriale non hanno nulla a che vedere. E si parla di uno “strano fallimento”.
“Perché un’azienda che negli ultimi 15 anni non ha mai chiuso in passivo, ma ha prodotto utili miliardari, chiude i battenti?”, si chiede Giorgio Felici della CDLS, che poi solleva dubbi sull’improvvisa scelta di liquidare l’attività: “La Titan calzature lavorava a pieno regime fino a 2 settimane fa. Negli ultimi tempi la società ha esautorato l’amministratore sammarinese che seguiva l’azienda fin dalla sua nascita. Noi pensiamo – conclude Felici – che sia in atto una manovra interna alla società, tra gli stessi soci, che farà pagare ai dipendenti il conto finale”.

Anche Enzo Merlini, della Csdl, afferma che il calzaturificio sammarinese è una impresa in ottima salute e quindi respinge l’equazione fallimento-Titan uguale crisi economica. “Non vedo- dice Merlini – una crisi del settore industriale e non ci sono elementi per dire che San Marino sta andando allo sfascio. Ci sono aziende che riducono il personale ed altre che assumono come è sempre successo. Abbiamo visto attività che hanno chiuso per problemi finanziari nonostante avessero il lavoro, ma questa è una impresa che gode ottima salute”.

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