Serve una svolta
Contratto PA: la segreteria FPI-CDLS fa il punto sulla mobilitazione degli statali e chiede soluzioni concrete al governo.
San Marino, 27 maggio 2005
Continuano gli scioperi a scacchiera dei lavoratori pubblici per difendere le busta paga dall’inflazione. E la segretaria del Pubblico Impiego della CDLS chiede una svolta nella trattativa contrattuale.
Sottolineando la buona partecipazione dei dipendenti pubblici alla mobilitazione, il vertice della Federazione Pubblico Impiego rimarca la necessità di proseguire nella lotta a conferma della validità delle rivendicazioni contenute nella piattaforma a sostegno del contratto e critica l’atteggiamento di chiusura del governo.
La FPS-CDLS sottolinea infatti che a distanza di 5 mesi dalla scadenza del contratto la controparte “ancora non comprende le motivazioni delle giuste richieste dei lavoratori che pertanto continuano la loro battaglia con le strategie deliberate nell’assemblea dei delegati sindacali per difendere gli stipendi dopo mesi e mesi di carovita e per ottenere normative eque per tutti”.
La segreteria pubblico impiego della CDLS sollecita quindi il governo ad avanzare soluzioni concrete, varcando cioè il Rubicone dei 14 euro (l’ultima offerta emersa dalla trattativa): “Anche nome dei dipendenti invitiamo il governo a non gridare allo scandalo per le richieste formulate, piuttosto lo invitiamo ad avanzare soluzioni e proposte opportune per giungere alla firma del contratto di lavoro”.
Per questo la FPS invita “tutti i lavoratori pubblici ad aderire agli scioperi già deliberati” e ribadisce che “più uniti saremo, più celermente realizzeremo i nostri obiettivi”.
Circa le incomprensioni avvenute sulla non partecipazione allo sciopero di mercoledì 25 maggio del personale in forza alla Segreteria Istituzionale, sciopero che coincideva con la seduta del Consiglio Grande e Generale, la segreteria FPS-CDLS rimarca “la solidarietà ai lavoratori interessati per la delicata situazione creatasi” e precisa che, “non esistendo una definizione dei servizi essenziali in caso di sciopero e di fronte alla richiesta di assicurare il supporto minimo indispensabile per lo svolgimento della sessione del Consiglio Grande e Generale che ha funzioni Istituzionali, la Confederazione Democratica ha invitato i dipendenti a garantire il servizio minimo indispensabile”.
Insomma: nessuna volontà di limitare o, peggio, contrastare gli scioperi a scacchiera.
Da qui l’auspicio finale che quanto accaduto “non pregiudichi la determinazione dell’azione sindacale che deve essere, in questa fase delicata, quanto mai unita e forte, continuando nelle linee stabilite e confermate negli organismi sindacali”.