Serve un segnale forte
Intervento di Loredana Mazza della segreteria FPI-CDLS. Lunedì 28 febbraio si riunisce la segreteria CSU.
San Marino, 27 febbraio 2005
Dopo la proclamazione dello sciopero generale, la segreteria CSU si riunisce lunedì 28 febbraio per fare il punto politico e organizzativo. L’assemblea dei rappresentati sindacali il 21 febbraio ha votato il sì alla mobilitazione entro il prossimo 18 marzo. C’è dunque da definire la data esatta dello sciopero.
Sulle motivazioni della protesta interviene con un’ampia analisi Loredana Mazza, della segreteria Pubblico Impiego della CDLS.
Ecco il testo dell’intervento
Apprezzo il metodo di ampia consultazione adottato dalla dirigenza sindacale in questo importante e delicato momento che ci impegna in questioni fondamentali come le riforme del mercato del lavoro e delle pensioni e il rinnovo del contratto dell’industria e del pubblico impiego. Senza dimenticare ovviamente gli impegni assunti dal governo nella finanziaria, la riforma della sanità, il problema dei frontalieri e via dicendo. Certo che se nel librettino, inviatoci a casa, sull’attività del governo straordinario avessimo trovato anche una sola di queste voce fra le cose fatte, avremmo capito che almeno un motivo per stamparlo c’era!
Il clima nel Paese è caratterizzato da una sfiducia diffusa e generalizzata che attraversa un po’ tutte le realtà e questo credo sia evidente a tutti. Credo quindi che ci sia bisogno di impegno e di responsabilità, non certo di scontri e tatticismi magari per secondi fini.
Il governo in questo contesto non gioca pulito, agisce con provocazione e senza senso di responsabilità: provoca con una proposta inaccettabile di riforma del mercato del lavoro e proprio durante la trattativa del rinnovo del contratto industria, inasprendo da subito il clima al tavolo del confronto; agisce senza chiarezza sulla riforma delle pensioni; tace da oltre un mese sul rinnovo del contratto del pubblico impiego.
A che scopo tutto questo? Mi chiedo: è incapacità politica, è incompetenza o non si vuole andare avanti su certe riforme? Per lo meno non adesso, che si sta mettendo in moto la macchina elettorale?
Non posso sapere con sicurezza come stanno le cose, ma so per certo che tergiversare non fa bene al Paese, che ha bisogno di segnali forti per riprendere fiducia e di impegno comune per porre mano alle riforme necessarie.
Le norme che regolano il mondo del lavoro sono fondamentali per determinare il grado di civiltà di una società, per tutelare la dignità del lavoratore e garantire quella sicurezza normativa che deriva da un quadro giuridico completo e chiaro. Non facciamo l’errore di pensare che ciò non ci riguardi, perché siamo dipendenti pubblici, perché siamo in pensione, perché ce la vediamo direttamente con il datore di lavoro. Noi viviamo in questa società e i nostri figli si troveranno di fronte a questi problemi se non ci impegnamo a risolverli.
La riforma delle pensioni è ormai non più rinviabile. E’ assodato che se aspettiamo di avere l’acqua alla gola, avremo meno possibilità di scelta e le soluzioni saranno per forza più drastiche. Questo però non vuol dire che si possa fare una riforma seria, studiata e condivisa nell’arco di un mese, come pensa il governo che nell’ordine del giorno del Consiglio parla di 31 marzo 2005, ma non ha neanche i dati alla mano per fare i necessari calcoli e le necessarie proiezioni!
Insomma la posta in gioco è alta e il Sindacato deve rilanciare, davanti al Paese, il suo ruolo di forza responsabile, deve pretendere di andare avanti con il confronto appena iniziato, fare tutte le proposte necessarie e sostenerle con tenacia. Dobbiamo stanare questo Governo con il confronto serrato sul piano delle proposte.
Non possiamo, per esempio, lasciare che il confronto per il rinnovo del contratto dell’industria sia schiacciato dal peso della mancata riforma o da una proposta indecente. Dobbiamo andare a verificare fino in fondo per smascherare la reale volontà del Governo e la sua serietà nei confronti del Paese.
Se poi ci troveremo di fronte ad un muro e deve essere sciopero, che sciopero sia, il Paese però dovrà sapere con chiarezza da che parte stanno le responsabilità per l’ennesimo fallimento.
Il nostro ruolo sindacale, nell’interesse dei lavoratori e per la tutela dei principi sociali di un lavoro dignitoso e sicuro , di una pensione equa e certa e più in generale per il miglioramento delle condizioni sociali ed economiche del nostro Paese, oggi deve essere un ruolo propositivo, che privilegi le proposte agli scontri, ritenendo prioritario sempre il confronto sui progetti, sulle leggi e su tutto quanto necessario.
loredana mazza