Sanità: manca un piano
La FPI-CDLS esamina il progetto di riorganizzazione del personale sanitario. Molti punti da approfondire.
San Marino, 6 settembre 2005
Dov’è finito il piano sanitario nazionale? L’interrogativo lo lancia la Federazione Pubblico impiego della CDLS dopo l’assemblea con i rappresentati sindacali dell’ISS.
Assemblea convocata per esaminare il documento sulla “riorganizzazione del personale” presentato dalla Direzione Generale dell’ente sanitario pubblico.
“Prima delle scelte organizzative servono quelle politiche”. E’ questa l’obiezione principale che la Federazione Pubblico Impiego avanza di fronte al documento dei vertici ISS: “Prima di procedere con eventuali scelte di carattere organizzativo sui servizi, il Consiglio Grande e Generale faccia le scelte di carattere politico, definendo quel piano sanitario nazionale che da troppo tempo viene rinviato”.
E su questo punto la Federazione pubblico impiego della CDLS sottolinea che “San Marino è uno Stato, pur limitato nei numeri della popolazione, ed ha quindi la necessità di dotarsi di un piano socio-sanitario sovrano”. Naturalmente, in questo campo così delicato, “è indispensabile la collaborazione scientifica, sanitaria e sociale di enti esterni per elevare la qualità delle prestazioni ed anche per metter sul mercato le proprie”.
Entrando nel merito del progetto della Direzione Generale dell’ISS, la FPI innanzitutto ribadisce che “la riorganizzazione del personale deve essere coerente con il progetto di riforma della PA portata avanti al tavolo di confronto con il Governo” e che “il mantenimento e l’ampliamento della qualità dei servizi erogati dall’Istituto di Sicurezza Sociale deve essere un elemento imprescindibile”.
Perplessità inoltre riguardo a numerosi incarichi di coordinamento previsti dal piano dell’ISS: “Se da un punto di vista generale, lavorare maggiormente in equipe è senz’altro positivo, nel documento si prefigurano numerosi incarichi di coordinamento che potrebbero non facilitare la realizzazione dei nuovi modelli organizzativi”. Infine, rimarca la Federazione Pubblico impiego, “vi è la necessità che tutte le figure professionali, sia sanitarie, socio sanitarie, tecniche ed amministrative, siano partecipi con la stessa dignità a questa nuove fase di riorganizzazione dell’Istituto di Sicurezza Sociale