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Ripartire dal contratto

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La riforma del lavoro è approdata in Consiglio. Punto fermo per il sindacato è l’accordo contrattuale industria e artigianato.

San Marino, 23 agosto 2005

La riforma del lavoro è arrivata sui banchi del Consiglio Grande e Generale, ma prima del voto il sindacato chiede di tenere aperto il tavolo del confronto.

La CSU ha infatti inviato al governo un documento che contiene richieste e osservazioni utili a migliorare il progetto di legge.

Punto fermo: partire dal contratto industria La Centrale Sindacale sottolinea che il compito principale della legge in discussione è innanzitutto quello di raccogliere tutti gli elementi migliorativi presenti nell’ultimo contratto del settore industria e artigianato.
“Auspichiamo – scrive la CSU all’Esecutivo – che i principi della contrattazione vengano estesi, quale livello di garanzia minimo applicabile e fatte salve le condizioni di miglior favore presenti nei contratti di settore, a tutti i lavoratori occupati ed a quelli che entreranno nel mondo del lavoro”.
Per questo le Confederazioni sindacali chiedono al governo (che assieme all’ANIS e all’OSLA ha sottoscritto il contratto industria e artigianato) di adoperarsi affinché la proposta di legge approdata in prima lettura “acquisti l’efficacia e l’efficienza indispensabile nella gestione delle politiche del lavoro e dell’occupazione”. L’obiettivo è quello di regolamentare i lavori atipici che hanno creato seri problemi per l’occupazione sammarinese, minando le tutele e i diritti dei lavoratori.

Il documento sindacale contiene quindi una precisa serie di richieste di modifica dell’articolato di legge. Ecco i punti principali.

Formazione lavoro
Il sindacato sottolinea che una volta terminato il periodo di prova stabilito dalla legge, il contratto di lavoro deve essere trasformato a tempo indeterminato. Sottolineatura necessaria perché la legge invece, dopo il periodo di prova, prevede un ulteriore fase di tre mesi in cui l’azienda può unilateralmente decidere di mantenere o interrompere il rapporto di lavoro.

Assunzioni nominative
In base a quanto stabilito nel contratto di lavoro del settore industria, la Centrale Sindacale Unitaria chiede che anche nel progetto di legge venga specificato che le assunzioni nominative devono essere effettuate solo a tempo determinato.

Salario d’ingresso
Fermo no all’introduzione nel testo di legge delle “assunzioni in addestramento”, ovvero al cosiddetto salario d’ingresso. Per il sindacato è infatti inaccettabile che il trattamento economico-salariale possa essere definito da una legge. Questa materia è di esclusiva competenza dei rinnovi contrattuali.

Lavori atipici
Sul punto dei lavori atipici (interinali e consulenze) il sindacato chiede la piena applicazione dei regolamenti sottoscritti con il contratto industria e artigianato, salvaguardando i diritti contrattuali esistenti nei vari settori.

Sanzioni
La legge in discussione non prevede sanzioni contro gli abusi nel mondo del lavoro. La Centrale Sindacale non solo chiede che questa lacuna venga colmata, ma sottolinea la necessità di “rafforzare sensibilmente” le sanzioni attualmente previste.

Frontalieri
Per il sindacato la legge deve precisare che le regole sulla stabilizzazione dei frontalieri previste nel contratto dell’industria devono essere estese a tutto il mondo del lavoro.

Decreti Reggenziali
La proposta legislativa rimanda a successivi Decreti Reggenziali i regolamenti applicativi. La CSU rimarca dunque la necessità di svolgere un ruolo contrattuale anche nella definizione dei regolamenti attuativi, che di fatto rappresentano le gambe su cui deve camminare la legge, e nello stesso tempo chiede che l’emissione dei Decreti Reggenziali sia contestuale all’approvazione della legge.

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