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Rilancio in 3 mosse

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Il sindacato illustra al governo il piano sul futuro dell’AASS. C’è l’impegno a non trasformare l’azienda in Spa.

San Marino, 10 maggio 2005

Positivo il faccia a faccia tra governo e sindacati sul futuro dell’Azienda di Stato per i Servizi. Nella mattinata di martedì 10 maggio la CSU ha illustrato le proposte di rilancio dell’azienda.

Durante l’incontro, il sindacato ha incassato l’impegno del governo a modificare l’articolo uno della legge presentata in prima lettura sulla riorganizzazione dell’Aass.

Legge condivisa dalla CSU, ma con un forte distinguo rispetto all’articolo 1. Articolo che prevede la durata di 24 mesi del nuovo Consiglio di Amministrazione in vista della trasformazione giuridica dell’Azienda pubblica. Formula, questa, che ha sollevato perplessità in casa sindacale perché riaprirebbe la strada al contestato progetto della Spa.
Da qui la richiesta di togliere dall’articolato di legge il riferimento sulla futura trasformazione dell’azienda pubblica.
Richiesta accolta dal governo, che si è impegnato a modificare in sede di commissione consiliare l’articolo in questione.

Il confronto è poi proseguito sul piano di rilancio dell’Aass presentato da tempo dal sindacato.
“In pratica la nostra risposta – spiega Stefano Zonzini, coordinatore CDLS del gruppo di lavoro sull’AASS- al contestato progetto di trasformazione dell’Azienda Servizi in società per azioni. Il piano di rilancio si basa sulla completa ristesura dello statuto dell’azienda, che interviene in settori strategici come quello dell’acqua, luce gas, igiene urbana, trasporti.

“Con la ristesura dello statuto – continua Zonzini – si è voluto ridare all’AASS una serie di poteri gestionali e decisionali indispensabili a renderla maggiormente autonoma, con l’obiettivo di alzare i livelli di efficienza e consolidare i risultati economici fin qui raggiunti”.

Tre i punti chiave del piano sindacale: gestionale-organizzativo, amministrativo-finanziario e operativo.

Punto uno: gestionale-amministrativo. Si indica la necessità di modificare una serie di leggi per ridare una vera autonomia all’azienda, riportando il potere gestionale ed organizzativo del personale alla figura del direttore generale. Assetto in vigore prima del 1995.

Punto due: amministrativo-finanziario. Il controllo di gestione dell’Azienda è affidato per legge istitutiva delle Aziende al Collegio dei Sindaci Revisori (Legge 26.11.1980 n. 88). Trattandosi di Azienda Autonoma, si dovrebbe prevedere un diverso sistema di rapporti tra la Commissione della Finanza Pubblica e l’Azienda che semplifichi le forme di controllo e renda meno burocratici i passaggi autorizzativi. L’attuale situazione ha incrementato notevolmente i processi burocratici ed i tempi di realizzazione dei lavori nella gestione dell’attività ordinaria dell’Azienda, pertanto si rende indispensabile prevedere una diversa modalità che assicuri celerità operativa e garanzie di correttezza procedurale.

Punto tre: operativo. Si rileva che tutti i lavori aziendali sono sotto regime concessorio, la semplice costruzione di una presa di allacciamento ad un utente e le opere ricadenti nella autorizzazione, ammontano ad un migliaio all’anno. Negli anni sono state richieste semplificazioni burocratiche, ma non hanno dato esito. Allo stato attuale, in relazione alla normativa in materia di urbanistica ed edilizia, la quasi totalità dei lavori non ha autorizzazione preventiva. Laddove viene presentata regolare richiesta di concessione (cabine elettriche, ecc.) occorre aspettare anche anni per avere le autorizzazioni: ciò è inconciliabile con i tempi brevi di risposta che occorre assicurare agli utenti.
Occorre avere tempi più brevi per le autorizzazioni, prevedendo canali preferenziali che velocizzino l’iter burocratico attualmente richiesto dalla normativa vigente. A tal proposito l’annunciata decadenza della commissione Urbanistica potrà meglio favorire l’individuazione di soluzioni idonee alle esigenze evidenziate.