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Riforma lavoro: fumata nera

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L’ultimo vertice tra governo e sindacati non ha prodotto novità. Tutto rimandato al 21 marzo.

San Marino, 10 marzo 2005

Politiche del lavoro, tutto rimandato al 21 marzo. Nessuna novità di rilievo dal vertice di giovedì 10 marzo tra governo e sindacati sulla riforma del mercato lavoro. La CSU ha archiviato il faccia a faccia come un film-già-visto, mentre il governo si è limitato a ripetere che è necessario trovare intese comuni.

Così le parti hanno deciso di rivedersi il prossimo al 21 marzo.

Dalla Centrale Sindacale si respira aria di delusione: “Era legittimo aspettarsi – si legge in una nota – che il governo, dopo le dichiarazioni di disponibilità ad accantonare il progetto e a prendere in considerazione le posizioni sindacali, presentasse fin da oggi delle prime proposte di modifica del progetto di legge, per iniziare ad entrare nel merito. Invece, la delegazione dell’Esecutivo si è solamente limitata a ripetere una serie di dichiarazioni di principio e a ribadire generiche disponibilità verbali, rimanendo nel vago”.

Al tavolo della trattativa le Confederazioni di Ghiotti e Beccari si aspettavano insomma che il governo presentasse novità concrete sul lavoro interinale, i frontalieri, le assunzioni a tempo determinato. Ed anche sul lungo elenco di tematiche come i contratti di consulenza, i distacchi, le assunzioni nominative, i lavoratori invalidi e le persone disagiate, i percorsi formativi, il salario d’ingresso, la qualità dell’occupazione, le funzioni della Commissione di Collocamento.

Per facilitare il tavolo di confronto, il sindacato ha così chiesto al governo di “fornire dei segnali concreti” ad esempio sul lavoro interinale, rispetto al quale la CSU ha presentato un esposto penale in tribunale.

”In attesa della legge di riforma – scrive il sindacato – è opportuno che il Congresso di Stato assumi un’iniziativa amministrativa che, in coerenza con il contratto industria del 2002, stabilisca chiaramente che al lavoro interinale si può ricorrere unicamente solo dopo aver fatto domanda agli uffici pubblici del lavoro, e dopo aver preso atto che per la mansione richiesta non vi è personale iscritto alle liste di avviamento pubblico al lavoro”.
In sostanza, le agenzie di lavoro interinale non devono più sostituirsi ( “come avviene oggi al di fuori delle leggi” ) agli uffici del lavoro.

Anche la delegazione del Congresso di Stato ha voluto commentare l’esito del faccia a faccia, ribadendo la disponibilità a mettere in campo “il massimo livello di concertazione con le parti sociali, in quanto le problematiche riguardanti le politiche del lavoro devono rapportarsi anche con gli accordi internazionali, in particolare, riguardo ai lavoratori transfrontalieri, con le parti prettamente contrattuali e con le problematiche più generali del lavoro sammarinese, nei suoi aspetti di qualità, quantità e di buona occupazione”.

E il governo aggiunge che “entrambe le parti hanno convenuto che il documento predisposto a suo tempo dalla Segreteria di Stato per il Lavoro su tali problematiche, è comunque uno strumento per la ricerca delle intese indispensabili”.
Ma a sentire le reazioni sindacali, il dilemma bozza Andreoli-sì, bozza Andreoli-no resta aperto.

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