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Prendi i soldi e…

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I casi Data Print Grafik e Calzaturificio Titan rilanciano l’interrogativo: Perché chiudono aziende con alti fatturati?( Foto Pruccoli)

San Marino, 10 ottobre 2005

Prendi i soldi e scappa. Il famosissimo film di Woody Allen sembra tornato di moda sul Titano, con il geniale registra americano a ispirare fin troppi casi di crisi aziendali.

Almeno questo è il forte dubbio che circola in casa sindacale e fra i lavoratori che si sono trovati di punto in bianco licenziati.
“I miliardi li hanno intascati, adesso scappano!”, così recitava uno dei cartelli impugnati dai dipendenti del Calzaturificio Titan durante la manifestazione di venerdì 7 ottobre davanti ai cancelli della fabbrica.
Una protesta contro le 50 lettere di licenziamento arrivate dopo la decisone dell’azienda di chiudere i battenti.

“Al di là della crisi del settore – obietta il segretario industria della Cdls, Giorgio Felici – per noi la chiusura della Titan è un enigma, anche in considerazione degli alti fatturati, anche recenti, di un’azienda che opera in questo paese da oltre vent’anni”.

Enigma tutt’altro che isolato. Lo scorso mese di settembre è toccato a un gruppo di dipendenti della Data Printi Grafik di Faetano ricevere il benservito: otto lettere di licenziamento, più altre due in arrivo, che la Federazione Industria della CSU ha considerato “illegittime”, al punto da presentare in Tribunale una causa di lavoro.
E anche qui il solito interrogativo: perché dopo dieci anni di esenzioni fiscali l’impresa decide di tagliare il personale?

Interrogativo accompagnato da qualche numero. “Ci troviamo di fronte – afferma Giorgio Felici – ad un’azienda che per dieci anni, fino al 2004, ha goduto delle esenzioni fiscali in seguito ad un assorbimento di un’altra ditta. Un risparmio fiscale che solo per il periodo 2001-2003 è stato pari a un milione di euro all’anno, con un bilancio aziendale che anche l’anno scorso ha superato un utile di 3 milioni di euro”.
Più o meno la stessa musica, o meglio lo stesso film, sta andato in onda all’azienda di restauro Arte di Fiorina, con una riduzione di personale di 9 unità su 10 dipendenti. Un taglio in arrivo dopo che la società ha beneficiato di interventi di formazione e riqualificazione del personale.

Non pochi dubbi, infine, hanno sollevato i fallimenti estivi della Texile di Galazzano e della Lams di Gualdicciolo.
La Texile, azienda del settore tessile, lo scorso mese di luglio ha sbarrato i cancelli mandando a casa 14 lavoratori, mentre la Lams, impresa attiva nel settore della meccanica pesante, ha chiuso licenziando 11 dipendenti. “Fallimenti strani”, è stato il commento della Federazione Industria. “Tant’è – fa notare Giorgio Felici – che la Texile tre mesi prima del fallimento aveva assunto in formazione professionale tutti i dipendenti della Marinotex, altra impresa del settore tessile”.

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