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PA, continua la dieta dimagrante

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In due anni 325 dipendenti statali in meno, mentre l’occupazione generale si è quasi fermata.

San Marino, 2 marzo 2004

Nuova e significativa flessione del numero dei dipendenti pubblici. Le ultime cifre elaborate dall’Ufficio di Programmazione Economica indicano che nel 2003 i lavoratori dell’Amministrazione sono scesi di 151 unità.

Se a questa cifra aggiungiamo che nel giro di due anni i posti sono passati da 4.360 a 4.035, il dimagrimento della macchina statale è stato di 325 unità, pari al 7.5%.

“Siamo di fronte – osserva Tonino Ceccoli, dirigente della Federazione Pubblico Impiego della CDLS – a cifre importanti. E due sono le riflessioni che vanno tenute in considerazione al tavolo della riorganizzazione della PA. La prima riguarda l’obiettivo del contenimento della spesa pubblica, obiettivo salito all’ordine del giorno dopo la scoperta del buco di Bilancio e progressivamente raggiunto anche alla luce di questi dati; la seconda è invece relativa alla qualità del contenimento della spesa, che è stato diretto solamente al taglio del numero delle buste paga”.

Per il dirigente della CDLS questa dieta dimagrante “non è stata accompagnata da modelli organizzativi nuovi in grado di produrre efficienza. Tant’è che sono sotto gli occhi di tutti le difficoltà in cui si trovano alcuni importanti servizi pubblici, basta ricordare la sanità, la scuole e le poste. E a farne le spese sono i cittadini utenti e i gli stessi dipendenti dello Stato”.

Tornando ai numeri, l’Ufficio di Programmazione segnala che i lavoratori dipendenti sono aumentati nel corso del 2003 solamente di 126 unità, pari ad un modestissimo 0,7%. “Se il trend non cambia – conclude Tonino Ceccoli – lo scenario che si apre è quello di un sistema che dovrà fare i conti con il problema della disoccupazione e dello sbilancio dei conti previdenziali”.

 
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