Occasione da non perdere
Il segretario della CDLS Marco Beccari commenta i dati sulla ripresa occupazionale. “Una spinta per le riforme”.
San Marino, 11 aprile 2005
“Se il motore dell’occupazione ha ripreso a girare, dobbiamo spingere sull’acceleratore delle riforme”. Il segretario Marco Beccari commenta così i numeri del decimo dossier occupazionale dell’Ufficio Studi CDLS.
“Dati e cifre che ogni anno – spiega il segretario della Confederazione Democratica- ci consegnano un quadro aggiornato del mondo del lavoro. E questa edizione dedicata ai 12 mesi del 2004 ci consegna un dato confortante: i posti di lavoro sono aumentati di 549 unità, che tradotte in percentuali significano un 4% in più”.
Aumento che arriva dopo due anni di stagnazione della nostra economia, accompagnata da una più lunga crisi della politica. Un segnale di ripresa che per Beccari deve rappresentare un’occasione da non perdere: “A partire dall’impegno sulle riforme, ovvero dalla doppia sfida di rinnovare il nostro mercato del lavoro e di garantire un futuro sereno ai pensionati di domani”.
E a proposito di mercato del lavoro, il dossier dell’Ufficio Studi evidenzia che insieme all’occupazione aumenta anche la precarietà. I lavoratori a tempo determinato sono 6.076, cioè il 44.2% del totale degli occupati. I sammarinesi e residenti a tempo determinato superano quota 600 aumentando rispetto all’anno precedente di 74 unità pari al 14%.
Numeri che insomma confermano la già alta flessibilità del nostro mercato occupazionale.
“Non è un caso che migliaia di lavoratori – osserva il segretario CDLS – in occasione dello sciopero generale del marzo scorso sono saliti sul Pianello per chiedere con forza un cambiamento di rotta. E la Confederazione Democratica è responsabilmente pronta a far pesare sui tavoli negoziali la prova di forza che è arrivata dal mondo del lavoro dipendente. Con la ferma convinzione che la competitività dell’economia sammarinese non passa attraverso la precarizzazione dei rapporti di lavoro di residenti e frontalieri e che la tenuta del sistema previdenziale non ha bisogno di ricette imposte dall’alto”.