Nuovo altolà alla Spa dell’AASS
Riunione di tutti i dipendenti dell’Azienda Servizi iscritti alla CDLS. Confermata la bocciatura del progetto Spa.
San Marino, 16 settembre 2004
Nella mattinata di giovedì 16 settembre si sono riuniti tutti i dipendenti dell’Azienda Servizi iscritti alla CDLS. Nuova ferma bocciatura del progetto di trasformazione dell’AASS in società per azioni.
I lavoratori, convocati preso la sede del sindacato dalla Federazione Pubblico Impiego, hanno pienamente condiviso le critiche già espresse dal sindacato al progetto del governo di trasformare l’Azienda di Stato per i Servizi in Spa.
Una bocciatura che si basa su una serie di argomentazioni.
In primo luogo non è chiaro l’obiettivo di questa operazione: se il governo non ha necessità di fare cassa, perché la trasformazione in società per azioni? Non si giustifica infatti la motivazione avanzata dall’esecutivo di cambiare l’assetto giuridico per raggiungere una gestione manageriale dell’azienda.
Nulla impedisce di cogliere questo obiettivo con l’attuale proprietà pubblica.
Sindacato e dipendenti sono disponibilissimi a confrontarsi su un piano di riorganizzazione per migliorare i servizi erogati. Piano però mai presentato e corredato da precisi parametri di efficacia ed efficienza. A questo proposito il sindacato ritiene che le responsabilità di gestione del personale e della organizzazione del lavoro debbano tornare sotto il controllo del Direttore generale dell’azienda, rimarcando con decisione l’autonomia dell’AASS nei confronti del potere politico.
Più in generale, sottolineano che il progetto di Spa è completamente scollegato dalla riorganizzazione della PA e dei settori autonomi dello Stato.
Entrando nel merito, si sottolinea il rischio concreto che con la trasformazione in Spa la gestione delle tariffe non risponda più a logiche sociali, ma solo a quelle del profitto.
Un esempio c’è già: in vista della trasformazione la Finanziaria, approvata nel 2003, ha stabilito che l’AASS inizi a versare l’imposta monofase, un costo che nel tempo sarà sempre più difficile non far ricadere sui cittadini utenti.
Altro punto critico sono gli ingenti investimenti pubblici fatti dall’Azienda in questi ultimi anni. Investimenti che hanno consentito di rinnovare e potenziare quasi totalmente le infrastrutture della stessa. Un grande sforzo economico completamente a carico dello Stato che oggi rischia di vanificare i suoi benefici.
Infine l’obiezione sullo stato giuridico dei dipendenti nella futura Spa. Nella nuova AASS si troverebbero infatti a convivere lavoratori con quattro tipi di contratto diverso: dipendenti in ruolo organico, dipendenti a contratto privatistico, salariati dello Stato e i nuovi assunti con contratto di diritto privato.
La vicenda AASS-SPA inizia nel luglio 2001 quando l’allora governo propone di trasformare l’Azienda Servizi in Spa. Nel giro di due mesi l’assemblea di tutti i dipendenti AASS respinge con forza questa proposta e proclama insieme alle Federazioni del Pubblico impiego della CSU uno sciopero di protesta, che si svolse il 27 settembre del 2001.
Di fronte all’intransigenza dell’esecutivo di procedere comunque con il progetto di trasformazione, la CDLS decide di sedersi al tavolo del confronto per condizionare, attraverso precisi paletti, il nuovo assetto dell’azienda.
Confronto che nel mese di novembre del 2001 ha portato ad un accordo su questi punti: assetto societario con lo Stato detentore della maggioranza assoluta delle azioni e, in caso di cessione delle stesse, privilegiare l’azionariato diffuso sammarinese; determinazione delle tariffe attraverso intese tra governo e parti sociali al tavolo della politica dei redditi, con l’obiettivo di non aumentare il carovita.
Tale accordo ha consentito sino ad oggi di tenere bloccate le bollette di luce,acqua, gas; nessuna modifica dello stato giuridico del personale in organico.
Ma l’instabilità politica con i continui cambi di governo ha di fatto fermato l’iter di trasformazione.
A distanza ormai di tre anni, l’attuale governo è tornato alla carica con il progetto-spa. Progetto che oggi, di fronte alle emergenze del Paese e alla necessità di far partire riforme importanti come quella delle pensioni, del mercato del lavoro e di proporre il progetto San Marino nel suo complesso, appare ancora più difficile da capire, in quanto non sono esplicitati i reali obiettivi di tale provvedimento.