Nobel per la Pace 2011 a tre donne
Il premio Nobel per la Pace 2011 veste al femminile. Ad essere premiate sono state le due connazionali liberiane, Ellen Johnson Sirleaf, presidente del paese e Leymah Gbowee, avvocato per i diritti delle donne e la yemenita Tawakkul Karman attivista nella lotta per la democrazia e i diritti umani.
Alle tre donne il riconoscimento “per la battaglia non violenta in favore della sicurezza delle donne e per il diritto delle donne di partecipare in pieno al lavoro di costruzione della pace”. Questo il commento del presidente del Comitato assegnatario, Thorbjoern Jagland, durante l’annuncio dei tre nomi. Il presidente ha poi proseguito dicendo: “Non si possono ottenere democrazia e pace duratura nel mondo a meno che le donne non ottengano le stesse opportunità degli uomini nell’influenzare lo sviluppo della società a tutti i suoi livelli”. Il Comitato norvegese dei Nobel auspica, inoltre, che il premio “contribuisca a porre fine alla repressione delle donne che ancora esiste in molti Paesi del mondo e a realizzare il grande potenziale per la democrazia e la pace che le donne rappresentano”.
Ellen Johnson Sirleaf, 72 anni, è stata la prima presidente eletta democraticamente nel continente africano. É a capo del governo liberiano dal 2005 ed è impegnata nella ricostruzione del suo paese, devastato da 14 anni di guerra civile, che ha causato la morte di 250.000 persone. Dal suo insediamento “ha contribuito – ha sottolineato Jagland – ad assicurare la pace in Liberia, a promuovere lo sviluppo economico e sociale e a rafforzare la posizione delle donne’’.
L’attivista Leymah Gbowee, 39 anni, organizzò un gruppo di donne cristiane e musulmane per contrastare lo strapotere dei signori della guerra. Contribuì in questo modo a porre fine alla lunga guerra e a far acquisire alla donne del suo paese il pieno diritto di partecipare alle elezioni. Da allora ha lavorato per migliorare l’influenza delle donne nell’Africa occidentale.
La Karman, 32 anni, è a capo del gruppo Women Journalists without Chains, un gruppo in difesa dei diritti umani dei giornalisti. Ha preso parte alle manifestazioni contro il presidente yemenita Ali Abdullah Saleh, che lo hanno costretto a lasciare il potere a gennaio, ed in poco tempo è divenuta la leader della protesta femminile contro il regime yemenita. La donna ha dedicato il Nobel “a tutte le donne delle Yemen e al popolo yemenita, nonchè ai giovani rivoluzionari”. Con questa assegnazione, anche la primavera araba ha ottenuto, dunque, un riconoscimento.
Il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha commentato con soddisfazione la decisione del comitato di Oslo: “La scelta di premiare tre donne direttamente impegnate nel rinnovamento democratico nei rispettivi Paesi”, si legge in un comunicato del Quirinale, “riconosce la straordinaria originalità del contributo femminile all’avanzamento del progresso civile e sociale nel mondo contemporaneo. Questo Premio Nobel sancisce al tempo stesso il cammino del continente africano verso la pace e lo sviluppo e rafforza le spontanee istanze di libertà, partecipazione e democrazia che si levano da numerosi Paesi del Mediterraneo e che non possono più essere disattese”.
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