No a riforme fotocopia
Luca Montanari (CDLS): “Dopo la grande prova di forza dello sciopero serve un cambiamento di rotta di governo e industriali”.
San Marino, 18 marzo 2005
Dalla piazza ai tavoli negoziali con una maggiore responsabilità. Ma da parte di tutti: sindacato, governo e associazioni economiche. Il vice segretario CDLS, Luca Montanari, spiega come la prova di forza dello sciopero generale può cambiare l’agenda politico-sindacale.
“La grande partecipazione dei lavoratori allo sciopero di mercoledì 16 marzo è un segnale inequivocabile: le riforme del mercato del lavoro e delle pensioni non possono attendere, ma è indispensabile un cambiamento di rotta”.
Cambiamento che il vice segretario CDLS traduce così: “Fino ad oggi la partita delle riforme è stata giocata da due soli giocatori: il governo e l’Anis. Un continuo gioco di sponda, che ha confinato il sindacato a bordo campo. E’ chiaro che con lo sciopero generale migliaia di lavoratori sono entrati sul terreno di gioco per dare inizio a una vera partita”.
Fuori di metafora, per Montanari è ora necessario affrontare i problemi veri del nostro sistema economico-sociale senza imporre riforme fotocopia: “Sul fronte delle politiche del lavoro l’Associazione Industriali ha dettato le proprie condizioni al governo, chiedendo un provvedimento legislativo sulla stessa linea di quello italiano. In pratica: una fotocopia della Legge Biagi. In sostanza: un errore grossolano. Per il semplice motivo che la realtà italiana non è parificabile a quella sammarinese”.
“A San Marino – continua il vice segretario CDLS -, non c’è disoccupazione strutturale, anzi la crescita occupazionale così come quella delle imprese non si è mai arrestata. A marcare le differenze ci sono poi i dati del recentissimo convegno della Provincia di Rimini dedicato al lavoro che cambia. Il dato che salta agli occhi è sicuramente la crescita esponenziale, negli ultimi dieci anni, dei contratti a termine. Non a caso le istituzioni riminesi esprimono forte preoccupazione perché il 26% dei neo-occupati è stato assunto a tempo determinato, percentuale che in sul Titano invece superara il 50%. Questo per effetto del frontalierato e della progressiva tendenza ad assumere con contratti a tempo anche i sammarinesi, infatti nel 2004 i precari residenti sono aumentati del 14%. Eppure, incredibile ma vero, in Repubblica c’è chi continua a lamentare una scarsa flessibilità del nostro mercato occupazionale”.
Una ricetta “sbagliata”, per una prospettiva “sciagurata”, è l’accusa di Montanari. “La sacrosanta necessità di rendere più competitivo il nostro sistema economico non può dunque passare attraverso l’unica, ossessiva ricetta della precarietà, e anche attraverso un banale ‘copia e incolla’ di leggi fatte altrove. E’ poi necessario che il governo ritorni ad essere regista autorevole e imparziale, ponendosi l’obiettivo di varare una riforma del lavoro che dia certezze ai lavoratori e che non apra prospettive sciagurate per San Marino. Lo sciopero – conclude Montanari – è stato anche un potente segnale a favore della giusta conclusione delle vertenze aperte, perciò occorre che le controparti abbandonino atteggiamenti di chiusura, perché firmare i contratti significa accelerare il processo delle riforme”.