Mozione conclusiva 11° congresso FLIA
L’11° Congresso della FLIA-CDLS, che si è svolto il 22 gennaio 2009, presso la sala del Castello di Domagnano, dopo aver sentito la relazione del Segretario uscente Giorgio Felici, la fa propria. Il Congresso ha apprezzato il qualificato contributo dei delegati intervenuti, così come l’intervento del Segretario di Stato al lavoro Avv. Gian Marco Marcucci.
Forte preoccupazione per la crisi economica in atto. Negli ultimi dodici mesi infatti è raddoppiato il numero dei lavoratori in mobilità, sono aumentate le ore di cassa integrazione e calano i fatturati delle aziende.
Aumentare gli assegni famigliari, adeguare le risorse destinate agli ammortizzatori sociali ed estenderne le tutele a tutti i lavoratori. Per questo non è più rinviabile da parte del Governo l’approvazione del pacchetto di leggi i cui contenuti sono stati sottoscritti nell’ultimo rinnovo contrattuale del settore Industria e Artigianato e che, appunto, potenziano le tutele sociali dei lavoratori di aziende in crisi.
Una politica industriale che punti al rilancio dell’economia reale, a partire da quelle imprese manifatturiere presenti da anni sul territorio e che rappresentano una quota decisiva della ricchezza prodotta dal Paese, garantendo alti livelli di occupazionali.
Una strategia economica orientata a potenziare le prospettive di sviluppo attraverso progetti capaci di attirare nuovi investimenti nei settori dell’innovazione e della ricerca. In questo senso auspica che in merito al progetto denominato “Parco scientifico e tecnologico” si passi dalle enunciazioni ai fatti concreti.
Anche in relazione al repentino cambiamento dello scenario economico innescato dalla crisi finanziaria internazionale, un cambio di passo nelle relazioni industriali per affermare la partecipazione dei lavoratori sulle scelte aziendali, attraverso nuove forme di informazione e consultazione, e per raggiungere l’obiettivo di un patto sociale in grado di promuovere innovazione e competitività del sistema produttivo.
Accompagnare il riassetto economico del Paese con politiche mirate a qualificare il lavoro, per renderlo in sintonia con la domanda proveniente dalle giovani generazioni sempre più caratterizzate da un alto livello di scolarità. In questo senso, diventa strategico l’obbligo formativo da parte delle imprese che si insediano in Repubblica, a garanzia di una ulteriore specializzazione professionale per i nuovi assunti.
Di fronte allo scenario di recessione, il rinnovo in tempi brevi del contratto di lavoro scaduto il 31 dicembre 2008, la cui piattaforma, dopo oltre 200 assemblee nelle fabbriche, è stata approvata dal 92% dei lavoratori, e che mette al primo posto la salvaguardia del potere di acquisto delle retribuzioni.
Le difficoltà che incontra il sistema bancario sammarinese, che si ripercuotono sull’operatività delle aziende e quindi anche sui lavoratori. In tal senso, va seguita con determinazione la strada della trasparenza e dell’affermazione di regole chiare e condivise, per ridare autorevolezza a un comparto così strategico per lo sviluppo delle imprese e del sistema Paese.
Il Governo a definire con lo Stato italiano l’accordo di cooperazione economica al fine di dare certezze normative al sistema imprenditoriale e risolvere la questione della doppia tassazione per i lavoratori frontalieri attraverso un trattamento fiscale più equo, superando anche l’attuale precarietà normativa.
La significativa crescita della Federazione in termine di iscritti e la forza contrattuale dimostrata in occasione dell’ultimo rinnovo, che ha portato a importanti risultati sia sul fronte economico che normativo, come l’avvio della stabilizzazione dei rapporti di lavoro dei frontalieri.
Per contribuire al cambiamento e per creare consapevolezza, proseguire con programmi di formazione sindacale, allo scopo di fornire ai quadri di base e a tutti i lavoratori gli strumenti conoscitivi per affrontare la complessità del mondo del lavoro, divulgando in modo più capillare la conoscenza dei contenuti contrattuali, dei diritti sindacali e della sicurezza. In tal senso, la formazione sindacale deve diventare uno strumento permanente che permetta una partecipazione sempre più democratica alla vita dell’organizzazione.
Gli abusi e il lavoro nero ancora presente nella nostra realtà occupazionale, auspicando iniziative concrete per cambiare le norme, sollecitando gli organismi preposti a maggiori interventi per renderle più severe e applicarle con più rigore.
Il valore dell’unità del movimento sindacale, punto di riferimento per formulare proposte e realizzare progetti capaci di dare risposte ai bisogni dei lavoratori, e al tempo stesso stigmatizza qualsiasi tentativo finalizzato a dividere il fronte sindacale.
Domagnano, 22 gennaio 2009