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Montezemolo vuole fare le scarpe al Cavaliere

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l Corriere indaga sulle intenzioni del presidente della Ferrari. E ricorda, en passant, che i sondaggi a Nord Est (la tana della Lega) lo danno in grande spolvero. Per sostituire Berlusconi, però, non per sfidarlo da sinistra

“Intanto lui si diverte (anche). Un giorno ‘papa nero’ del Pd. Quello dopo, leader ideale per i ‘futuristi’ finiani (boutade un po’ scappata al controllo, e infatti e’ morta li’). Nelle ore di mezzo, ovvio, sempre il Terzo Polo, il Grande Centro, il Super Amalgama moderato. Un quotidiano alzargli la palla e consentirgli di schiacciare facile: ‘Evidente stato confusionale della politica’. Gia’. Il che pero’ permette a Luca Cordero di Montezemolo due cose. La prima: puo’ continuare a ripeterlo, pure sfacciatamente, che ‘e’ ridicolo’, che ‘lo spettacolo si commenta da se’, che ‘io ne sto fuori’. La seconda: puo’ continuare a goderselo, l’effetto che fa, se gli basta un sussurro (studiatissimo) via Italia Futura e nessuno quanto lui occupa e muove la scena. Il ‘politico che non c’e’ e’ ormai, oggi, quello che in realta’ piu’ c’e’”. Lo scrive il Corriere della Sera riferendosi al presidente di Ferrari.

MONTEZEMOLO ISTIGA – “Ieri si e’ esercitato il Pd, sul suo nome. Ora, certo meno pubblicamente, tocca al centrodestra, a quel che resta del Pdl, un po’ persino alla Lega fare i conti col suo possibile fantasma. Che per alcuni e’ pero’ l’esatto opposto: tentazione. Montezemolo ‘istiga’, c’e’ da dire. Ha un bel lamentarsi del fatto che il suo think tank tira fuori analisi, problemi, proposte e ‘mai nessuno che risponda nel merito’, tutti che la buttano nella ‘caciara’ (?) dello ’scende-non scende’ in campo. Non ha nemmeno torto. Pero’, in effetti, anche lui: mica sono scelti a caso, i bersagli. E basta scorrere l’elenco di quelli che di volta replicano e contrattaccano, e di quanti invece se ne stanno sotto traccia, per ricostruire la mappa dei simpatizzanti-antipatizzanti versante Pdl. Giulio Tremonti, per esempio. Ieri secondo affondo in due giorni da If.

VIA TREMONTI! – E secondo ‘auspicio’ che sia direttamente ‘il presidente del Consiglio ad assumere il ruolo di attaccante’ anche nel governo dell’economia. Se a pensar male si fa peccato, e’ un fatto che mai, neppure quando Montezemolo guidava Confindustria e neppure nei giorni della durissima (per lui) rivolta di Vicenza, con Berlusconi si sia andati a scontri frontali. Non l’ha fatto l’uno, non l’ha fatto l’altro (se non per interposta persona: se un Fabrizio Cicchitto liquida sprezzantemente ‘l’uomo della casta’ non lo fa solo a titolo personale, ma il premier almeno in pubblico le polemiche dirette le ha sempre evitate). Ragioni, piu’ d’una. Non solo di ‘opportunita’. E’ vero, oggi al leader del governo e del centrodestra Montezemolo rimprovera di aver lasciato incompiuta – ‘eufemismo’ – la rivoluzione liberale promessa nel ‘94. E ne rifiuta la logica degli scontri istituzionali.

SILVIO E’ UN AMICO – Pero’ con ‘quel’ Berlusconi, quello delle origini e dei principi liberali, appunto, resta condivisione. A separarli e’ poi, magari, la convinzione che non basta ‘un uomo solo’ a cambiare la politica italiana (e non e’ un mistero che a Montezemolo piacerebbe un impegno dei ‘due Mario’, Draghi e Monti). Ma sostanzialmente i rapporti sono buoni. Anche adesso, non solo quando il premier gli offri’ il ministero dell’Industria o la carica (onorifica) di ambasciatore del made in Italy. E anche senza l’intermediazione di Gianni Letta, con il quale l’ex presidente degli industriali ha da sempre feeling pieno. Eccola allora la banale, in fondo, chiave di lettura del ‘Montezemolo tendenza Pdl’ (e viceversa). Il terreno d’incontro e’ con l’anima piu’ moderata del partito: ‘corrente’ Liberamente, per intendersi, Mariastella Gelmini, Franco Frattini, ma anche Galan e Tajani, o Alemanno e Matteoli fra gli ex An (e Fini, chiaro, in cima ai ‘futuristi’: Bocchino nemmeno lo conosce). Il campo di scontro e’ ancora piu’ evidente.

SONDAGGI A NORDEST – Non si sono mai presi Montezemolo e Maurizio Sacconi: per il primo il ministro e’ troppo ‘radicalmente ideologico’, per il secondo il leader Ferrari e’ troppo ‘uomo di mediazioni’. E se e’ cosi’ con Sacconi, figurarsi con Tremonti. Perche’ entrambi sono primattori, d’accordo. Sono agli antipodi, ok. Stanno testa a testa nel ‘gradimento degli italiani’, va bene. Ma Tremonti e’ anche il ‘collante’ Pdl-Lega. E la Lega, se Montezemolo ha buoni rapporti con Maroni o Cota, e’ ideologicamente, reciprocamente incompatibile con chi nella piu’ soft delle frecciate la Padania defini’ ‘un fighetto’. Anche da quelle parti, pero’, tanto sottovalutarlo non possono. Non e’ un caso che, agli ultimi attacchi di If, Bossi abbia risposto: ‘Non polemizzo’. E ieri, si’, l’ha liquidato con una pernacchia. Ma non e’ andato oltre. Conosce la sua base. E’ fatta di molti piccoli imprenditori. E dicono che dai sondaggi a Nordest tanto assurda, una candidatura di ‘Luca‘, a loro non parrebbe”.

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