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MILENA FRULLI: IL MERCATO DEL LAVORO DI SAN MARINO REGISTRA ANCORA SQULIBRI TRA UOMINI E DONNE

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San Marino, 19 febbraio 2024. La disoccupazione globale nel 2024 aumenterà, mentre il 58% dei lavoratori è irregolare. E’ questo in estrema sintesi il quadro delineato dall’ultimo rapporto ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) sulle prospettive sociali e occupazionali globali uscito in occasione della Giornata Mondiale della Giustizia Sociale istituita dall’ONU il 20 febbraio.

“L’impatto della pandemia prima, poi la crisi economica con l’inflazione a doppia cifra e le attuali tensioni geopolitiche hanno fatto arretrare il progresso sociale -afferma il segretario generale CDLS, Milena Frulli, scorrendo i dati del rapporto ILO – Per questo oggi va affermato con sempre più convinzione che il Mondo ha bisogno di un impegno forte e duraturo per la giustizia sociale, che è la chiave per far funzionare meglio le società e le economie e ridurre i rischi di conflitti. Impegno che ci riguarda da vicino, dal momento che anche il mercato del lavoro di San Marino fa registrate forti squilibri fra occupazione maschile e femminile”.

“Nel 2023 Il tasso di disoccupazione globale – si legge nel rapporto ILO – si è attestato al 5,1%, pari a 208 milioni di senza lavoro, in modesto miglioramento rispetto al 2022, quando era pari al 5,3%.  Ma aldilà di questi numeri, fragilità e disuguaglianze stanno iniziando ad emergere e per il 2024 si prevede che altri due milioni di lavoratori saranno in cerca di lavoro aumentando così il tasso di disoccupazione globale dal 5,1% al 5,2%”.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro avverte anche che i redditi disponibili sono diminuiti nella maggior parte dei Paesi del G20 e, in generale, l’erosione del tenore di vita derivante dall’impatto dell’inflazione a doppia cifra di questi anni è improbabile che venga compensata rapidamente.

Per questo il quadro della povertà lavorativa resta preoccupante: “Nonostante il rapido calo dopo il 2020, il numero di lavoratori che vivono in povertà estrema, ovvero che guadagnano meno di 2,15 dollari al giorno nel 2023 è cresciuto di circa 1 milione, mentre il numero dei lavoratori che vivono in povertà moderata, meno di 3,65 dollari al giorno, è aumentato di 8,4 milioni”.  

Oltre al deterioramento delle condizioni economiche, i dati del rapporto ILO evidenziano anche i profondi squilibri del mercato occupazionale: “Nel 2024 la quota mondiale di lavoro nero/informale resterà stazionaria, confermando che il 58% degli occupati è irregolare”.

Il segretario CDLS Milena Frulli sottolinea inoltre con preoccupazione che le donne e i giovani stanno andando molto peggio nei mercati del lavoro: “A livello globale, il tasso di partecipazione delle donne alla forza lavoro si è attestato al 47,4% nel 2022, rispetto al 72,3% degli uomini. Questo divario di 24,9 punti percentuali significa che per ogni uomo economicamente inattivo ci sono due donne.  I giovani, di età compresa tra i 15 e i 24 anni, incontrano gravi difficoltà nel trovare e mantenere un’occupazione dignitosa. Il loro tasso di disoccupazione è tre volte superiore a quello degli adulti. Più di un giovane su cinque (23,5%) non ha un lavoro, un’istruzione o una formazione. Del resto sono sempre i numeri a spiegare che anche a San Marino la parità di genere è un traguardo ancora lontano. Negli ultimi 10 anni il mercato occupazionale della nostra Repubblica ha fatto registrare una crescita dell’11% degli uomini, mentre le donne solo del 5%. Nello stesso periodo va sempre alle donne il record negativo della disoccupazione: la ripartizione sul totale dei disoccupati continua a registrare un forte divario tra maschi e femmine”.

Secondo l’ILO per liberare tutto il potenziale della forza lavoro mondiale è necessario un forte aumento degli investimenti nell’istruzione e nella formazione. Infatti, secondo i dati dell’organizzazione, attualmente due terzi della forza lavoro giovanile mondiale non dispone di competenze di base, una circostanza che limita le opportunità sul mercato del lavoro e spinge i giovani verso forme di occupazione di qualità inferiore.

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