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Mercato del lavoro: la riforma così non va

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La CDLS invita il governo a ripensare profondamente il testo di legge presentato. Carenze sul fronte dei diritti e insufficienze nella promozione dell’occupazione.

San Marino, 14 gennaio 2005

Riforma carente e quindi da ripensare profondamente. Riassume così la CDLS il confronto sulla riforma del mercato del lavoro. Confronto che è entrato nel vivo giovedì 13 gennaio in una riunione tra sindacati e il governo.

La bozza di legge presentata dall’esecutivo si configura più come una modifica, per altro disorganica, alla legge sul collocamento del ’89, piuttosto che una vera e propria Legge quadro di riforma del mercato del lavoro.
Per la Confederazione Democratica si deve invece imboccare la strada di un’unica legge, legge quadro appunto, che da una parte disciplini il collocamento e dall’altra promuova l’occupazione. Tutto questo in un ambito di flessibilità legislativa, cioè attraverso l’uso dei decreti attuativi da concordare con le parti sociali.

Ma la critica di fondo del sindacato è quella di una proposta di legge che fa della precarietà il nuovo orizzonte dell’occupazione sammarinese.
Il testo non tiene nemmeno conto delle conquiste contrattuali che fissano determinati limiti sui rapporti di lavoro a tempo determinato, che interessano sia i frontalieri che i sammarinesi e residenti. Non solo infatti si dilatano a dismisura i periodi del rapporto precario, ma non viene mai prevista la trasformazione obbligatoria a tempo indeterminato, aprendo così la strada al precariato a vita.

Anche sul terreno dei lavoro atipici (interinali e consulenti) la proposta di riforma rappresenta un passo indietro rispetto ai contenuti contrattuali.
Di fronte a un tipo di rapporto di per sé precario, la legge dà mano libera alle esigenze delle agenzie interinali, mettendo sempre più in secondo piano il diritto del lavoratore di essere assunto dopo un congruo periodo di lavoro presso la stessa azienda.

La bozza legislativa prevede anche una serie di interventi finalizzati a promuovere l’occupazione, come le politiche attive che deve mettere in campo l’Ufficio del Lavoro e la formazione.
Per quanto riguarda la riforma dell’Ufficio del Lavoro, la CDLS ritiene troppo generica la proposta perché mancano sia gli obiettivi che gli strumenti operativi. Carente inoltre la parte dedicata alle politiche formative, in quanto è insufficiente l’integrazione tra l’Ufficio del Lavoro e l’attività delle agenzie di formazione di San Marino.

Riguardo alle funzioni dell’Ispettorato del Lavoro, la Confederazione Democratica sottolinea che la legge contiene soltanto una dichiarazione d’intenti, mentre è necessario stabilire con rigore e precisione le funzioni di controllo demandate all’Ispettorato. Manca poi completamente il capitolo delle sanzioni, tema invece indispensabile per far rispettare le regole e impedire illegalità, abusi e distorsioni.

E’ dunque chiaro che va avviato un profondo ripensamento del testo di legge presentato dal governo. La CDLS è pronta a svolgere fino in fondo il proprio ruolo contrattuale attraverso un serrato confronto, con l’obiettivo di arrivare ad una legge che promuova l’occupazione, cioè trovare ai nostri giovani il lavoro e non un lavoro qualsiasi, e nello stesso tempo salvaguardare il diritto delle persone ad un lavoro stabile, riducendo gli attuali livelli di precarietà.

Non va poi sottovalutato il fatto che i contenuti della proposta di riforma del mercato del lavoro si intrecciano con quelli della vertenza contrattuale del settore industriale. Va da sé che in assenza di un vero tavolo di concertazione, il rischio di aprire una stagione conflittuale è molto alto.

Le due Confederazioni sindacali hanno infine deciso che fin dai prossimi giorni avvieranno un serrato lavoro congiunto di analisi dei singoli aspetti del progetto e di definizione delle posizioni unitarie da presentare e sostenere nel proseguo del confronto con il governo.

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