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Marino Bugli

Nella storia della Confederazione Democratica il primo Segretario Generale è stato ll’avvocato Marino Bugli, che garantiva il proprio sostegno alla Confederazione pur risiedendo a Ravenna. Bugli fu poi riconfermato dal Direttivo Confederale anche per gli anni successivi al 1° Congresso. L’intervista che segue è stata pubblicata nella scheda n° 2 tra quelle allegate a “Proposta Sindacale” in occasione delle celebrazioni del 30° anniversario della fondazione della CDLS.

 

Venendo da una realtà esterna a quella sammarinese, come ha trovato la situazione sindacale nella Repubblica durante gli anni in cui si affermò all’attenzione dei lavoratori la Confederazione Democratica?

Ho vissuto più intensamente la realtà interna sammarinese di quella esterna poiché da oltre 10 anni in San Marino partecipavo attivamente all’attività politica nello schieramento di opposizione in seno al Consiglio Grande e Generale. La situazione sindacale sammarinese era monopolizzata dalla Confederazione Sammarinese del Lavoro, unico organismo sindacale riconosciuto dalla legge allora vigente, organismo che era strumentalizzato e strumento dei partiti politici di sinistra che governavano il Paese in un contesto economico di generale pauperismo e di generale scontento. La mutata situazione politica con l’avvento dei partiti democratico cristiano e socialdemocratico al Governo della cosa pubblica consentì il sorgere del sindacato libero che ottenne subito il consenso della stragrande maggioranza dei lavoratori della Repubblica.

Come ricorda il 1° Congresso Confederale e quale significato ha avuto per il movimento sindacale?

Il primo Congresso Confederale fu una assemblea di popolo quale mai si era spontaneamente svolta nella storia del nostro Paese. L’autorevole adesione della CISL italiana, con il personale intervento dell’amico Storti, la meditata e viva partecipazione delle categorie del lavoro e della produzione ed il convinto incitamento delle forze politiche di governo, hanno dato al movimento sindacale una più ampia legittimazione quale istituzione essenziale di progresso nel pluralismo sindacale che il Paese aveva creato.

In quei primi tre anni di vita, dalla fondazione del Libero Sindacato al 1° Congresso Confederale, la CDLS si è impegnata su più fronti ottenendo importanti riconoscimenti per i lavoratori: c’è un momento di particolare difficoltà, o di particolare gioia, che ricorda maggiormente?

La Legge 17 Febbraio 1961 n.7 (Legge per la tutela del lavoro e dei lavoratori) voluta e preparata con grande impegno dalla Confederazione Democratica è stata un punto fermo dell’evoluzione democratica di cui il nostro Paese ha beneficiato.
I lavoratori ebbero la regolamentazione del rapporto di lavoro già in balia delle incertezze normative e delle disinvolture padronali. La nostra collaborazione con gli organi legislativi si fece sempre più intensa e sempre più apprezzata. Notevoli i risultati raggiunti con le trattative per la stipulazione dei primi e più importanti contratti di lavoro ed in particolare i risultati normativi e salariali allora ottenuti dai dipendenti della Pubblica Amministrazione. Merita particolare apprezzamento il riconoscimento giuridico dei Sindacati che ancora non è stato realizzato nella Repubblica Italiana, dopo ben quaranta anni di regime democratico.  Tutto ciò ha concretizzato nel nostro Paese una rapida e profonda evoluzione del mondo del lavoro premiando altresì l’opera responsabile ed instancabile della Confederazione Democratica dei Lavoratori Sammarinesi.

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