Malati di budget?
Dopo le denunce del segretario Beccari sul riordino sanitario, prosegue il confronto tra sindacato e vertici dell’ISS.
San Marino, 30 settembre 2005
Riordino sanitario sempre in primo piano. Le federazioni del pubblico impiego hanno presentato una lunga serie di osservazioni alla proposta di riorganizzazione della sanità pubblica.
Dopo la lettera aperta del segretario CDLS, Marco Beccari, sul riordino sanitario (“la compatibilità economica non può essere l’unica bussola”) e le denunce contro l’accorpamento dei reparti di ortopedia e chirurgia (“un errore clamoroso”), le Federazioni Pubblico Impiego della CSU hanno incontrato giovedì 29 settembre i vertici dell’Istituto Sicurezza Sociale per discutere la proposta di riorganizzazione del personale sanitario. Consegnato ai vertici dell’ISS un documento che contiene un a lunga serie di osservazioni alla proposta di riordino.
E anche le federazioni sindacali sollevano il nodo dell’esigenza del budget e della compatibilità economica nelle scelte di natura sanitaria. “Per quanto riguarda il budget – scrivono le Federazioni – è opportuno fare attenzione al fatto che non diventi il parametro unico per le prestazioni: risulta infatti che alcune prestazioni siano bloccate a causa della scarsità di risorse”.
Già fissata una nuova tappa del confronto tra sindacato e amministratori dell’ISS per la giornata di venerdì 14 ottobre. Intanto il direttore generale dell’ente sanitario, Alfeo Montesi, chiamato pesantemente in causa dalle denunce del segretario CDLS, in una lettera spedita ai giornali fa sapere di essere “contro l’economicismo di gestione e il managerialismo”: “Sono convinto che il budget viene dopo la cura delle persone”.
Quanto ai problemi legati all’accorpamento dei reparti di chirurgia e ortopedia, il direttore generale assicura che da tempo è stato programmato un incontro fra il comitato esecutivo e i primari dei due reparti per definire il progetto complessivo di riorganizzazione dell’attività. Obiettivo numero uno: l’ampliamento del numero dei posti letto, pari a 30, per i ricoveri in ortopedia e chirurgia.