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Lupo non mangia lupo

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Con un comunicato stampa l’ABS rompe il silenzio sulla vicenda del crack Swissair che ha colpito centinaia di piccoli risparmiatori sammarinesi.

San Marino, 27 aprile 2005

Sul caso Swissair rompe il silenzio l’Associazione Bancaria Sammarinese (Abs). Ma per sostenere quello che già tutti sanno, ovvero che lupo non mangia lupo. Ma ecco cosa dice l’Abs sua sulla vicenda del crack Swissair che tre anni fa ha colpito 230 piccoli risparmiatori.

“Il Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Bancaria Sammarinese all’unanimità, ha preso atto, con seria preoccupazione, del tentativo in corso ed evidenziato con clamore della stampa, di addossare alle banche la responsabilità dei titoli compravenduti, e sollecitando, in caso di default degli stessi, transazioni con la clientela, prescindendo da ogni considerazione circa le effettive responsabilità delle banche stesse. Le singole banche e l’intero sistema non possono e non devono farsi carico, in assenza di responsabilità oggettiva, del rischio dei titoli venduti alla clientela acquistati su mercati regolamentati esteri appartenenti a paesi che dispongono di istituzioni preposte alla definizione di regole e controlli.
L’esperienza di questi ultimi anni ha dimostrato, talvolta in modo assai evidente, che ogni investimento ha un grado di rischiosità che si può aggravare con il passare del tempo, in relazione anche al deterioramento del contesto socio economico nel quale opera l’emittente dei titoli compra venduti.L’Associazione Bancaria sammarinese auspica pertanto che le varie parti (risparmiatori, istituzioni e banche), consapevoli che i rispettivi interessi sono molto spesso coincidenti, sappiano superare l’emotività che certe situazioni possono creare e che individuino, ove possibile, azioni congiunte che mirino alla tutela di tutti gli attori coinvolti”.

Per la verità la strenua auto-difesa dell’Associazione Bancaria Sammarinese stride con una certa evidenza di fronte alla recente sentenza-pilota sulla responsabilità delle banche circa i titoli venduti. Si ricorda infatti che dal Tribunale di Ferrara è arrivata la prima sentenza che condanna la Cassa di Risparmio della città emiliana per aver venduto a una pensionata come sicuri bond Parmalat. I giudici (Domenico Stigliano e Michele Guernelli) hanno condannato la banca alla restituzione di 80 mila euro, la somma totale investita dalla donna.

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