Lo scudo dei conti, i conti dello scudo
Lo scudo fiscale ha principalmente l’obiettivo di coprire la differenza tra le entrate correnti previste dal Governo e quelle effettive, pari, nel solo primo semestre del 2009, a circa 3,1 miliardi di euro. A questa somma vanno aggiunti gli ulteriori scopi (finanziamento contratti pubblici, finanziamento università, riduzione delle imposte) attribuiti al provvedimento, il cui obiettivo di gettito appare quindi decisamente ambizioso.
Etica e numeri
Al di là delle, peraltro del tutto giustificate, discussioni sull’etica distorta dei condoni, appare ormai chiaro che lo scudo fiscale è stato varato essenzialmente per una ragione di conti. Le entrate fiscali del 2009, infatti, stanno andando piuttosto male e, quello che più conta, apparentemente peggio di quanto previsto dal Governo. In un contesto in cui tagli di spesa appaiono di difficile attuazione, lo scudo ha evidentemente la funzione di tappare le falle che si stanno aprendo nei conti pubblici del 2009. Ma quanto sono grandi queste falle? E quanto gettito dovrebbe portare lo scudo per chiuderle e generare le “risorse aggiuntive” di cui pure il Governo ha parlato?
Andamento delle entrate nel primo semestre 2009
La successiva tabella fornisce, utilizzando i dati Istat, un quadro dell’andamento delle entrate nel primo semestre 2009, confrontato con il primo semestre 2008 e con l’andamento del Pil.
Tabella 1: confronto tra I semestre 2009 e I semestre 2008 (dati in mln di euro)
|
I semestre 2009 |
I semestre 2008 |
Imposte dirette* |
95.434 |
101.572 |
Imposte indirette* |
100.429 |
108.099 |
Contributi* |
93.718 |
95.476 |
Totale |
289.581 |
305.147 |
Differenza assoluta (2009 su 2008) |
-15.566 |
|
Differenza % (2009 su 2008) |
-5,1% |
|
Differenza % PIL** |
-3,2% |
|
* Conto Economico Trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, Istat, 2 Ottobre 2009 **Conti Economici Trimestrali, Istat, 10 Settembre 2009 |
Il gettito di tutte e tre le categorie considerate (imposte dirette, indirette e contributi) è calato nel primo semestre 2009 rispetto al primo semestre 2008; nell’insieme il calo ammonta a circa 15,6 miliardi in termini assoluti e a circa il 5,1% in termini relativi. Di per sé, un calo è più che comprensibile: nel primo semestre 2008 non si era ancora manifestata la crisi che invece ha una chiara e diretta influenza sull’attività economica e quindi sul gettito del primo semestre 2009. Tuttavia, si noti che, il calo percentuale delle entrate è molto superiore al rallentamento dell’attività economica segnalato dal Pil: le entrate diminuiscono del 5,1% mentre il Pil diminuisce di “solo” il 3,2%. In particolare, sembra riproporsi anche per il primo semestre 2009 un calo particolarmente sensibile delle imposte indirette: -7,1%, cioè più del doppio del calo del Pil (-3,2%). Il fenomeno ha già caratterizzato il 2008 e diviene particolarmente significativo se si considera che il 60% del gettito delle imposte indirette è legato all’Iva. Dato che aliquote e base imponibile sono invariate, un nuovo calo dell’Iva superiore a quello del Pil, pure corretto per il saldo netto tra importazioni ed esportazioni1, sarebbe difficilmente spiegabile se non come aumento dell’evasione. Si noti che la ricomposizione dei consumi (da beni non alimentari, tassati tendenzialmente ad aliquota ordinaria, a beni alimentari, tassati tendenzialmente ad aliquota ridotta), citata al riguardo dal Ministro Tremonti e che pure è avvenuta, non sembra in grado di spiegare un simile fenomeno2.
Le previsioni del Governo
Nella Tabella 2 confrontiamo gli andamenti di gettito manifestatasi nel primo semestre 2009 rispetto al primo semestre 2008 con quelli previsti dal Governo, da ultimo nel DPEF 2010-2013, per l’intero anno 2009.
Tabella 2: confronto tra gettiti I semestre 2009 e previsioni intero 2009 (dati in mln di euro)
|
Variaz. di gettito I semestre 2009 (effettiva) |
Variaz. di gettito prevista dal Governo per l’intero 2009 |
Imposte dirette* |
-6.138 |
-3.712 |
Imposte indirette* |
-7.670 |
-8.145 |
Contributi* |
-1.758 |
-599 |
Totale |
-15.566 |
-12.456 |
Differenza tra previsto ed effettivo |
-3.110 |
|
La Tabella dice che il calo delle entrate verificatosi nel primo semestre del 2009 rispetto al primo semestre 2008 è superiore di circa 3,1 miliardi al calo preventivato dal Governo. Detto altrimenti, il gettito delle imposte dirette, delle imposte indirette e dei contributi dovrebbe aumentare di 3,1 miliardi nel secondo semestre 2009 rispetto al primo semestre 2008 perché le previsioni del Governo vengano rispettate. Per quanto il secondo semestre 2008 sia già stato fortemente colpito dalla crisi, e per quanto dei germogli di ripresa si stiano manifestando questo recupero non sembra scontato. Da qui nasce il problema: come recuperare questi 3,1 miliardi che mancano all’appello? E’ importante sottolineare che il gettito delle una-tantum, ed in particolare dell’imposta sostitutiva sul riallineamento dei valori contabili e fiscali ha già raggiunto, nei primi due semestri, l’ammontare previsto dal Governo per l’intero 2009: le entrate in conto capitale sono ammontate a 6714 milioni nei primi due trimestri contro i 6694 milioni previsti dal Governo nel DPEF per l’intero anno.
Falle e desiderata
La falla apertasi nelle entrate pubbliche sembra quindi ammontare a circa 3 miliardi di euro. Assumendo che questa non possa essere coperta da tagli di spesa ulteriori rispetto a quelli già previsti, possiamo considerare che 2-3 miliardi sia l’obiettivo minimo di gettito posto allo scudo. Poiché l’aliquota è del 5%, questo significherebbe un rientro di 40-60 miliardi di euro, un importo non indifferente, considerato che nel 2001 sono “rientrati” o sono stati regolarizzati circa 80 miliardi di euro, e la letteratura economica è concorde nel ritenere che l’effetto di gettito dei condoni decresca all’aumentare della frequenza degli stessi. Tuttavia, è anche possibile che questo obiettivo venga raggiunto, considerate le recenti estensioni dei reati “scudati”. Ma il Governo, a quanto sembra, intende utilizzare il gettito dello scudo anche per altri obiettivi: 2,5 miliardi a copertura del rinnovo dei contratti pubblici, il rifinanziamento delle Università e, addirittura, una riduzione dell’Ire provvedimento che, per sua natura, richiede importi minimi di svariati miliardi per essere significativo. Sommando questi importi si arriva a cifre astronomiche: riuscirà lo scudo a soddisfare questi desiderata o ci aspettano nuovi tagli a fine d’anno? A questa domanda si potrà dare presto una risposta.
Di: Alessandro Santoro . Ricercatore di Scienza delle finanze presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca, dove insegna Politica Economica. Svolge attività didattica anche per il Master in Diritto tributario dell’Università Bocconi e per la Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze.
1. Poiché l’Iva si paga sulle importazioni e non sulle esportazioni, l’andamento del gettito viene solitamente confrontato a quello della somma del Pil e del saldo tra importazioni ed esportazioni, un aggregato anche definito Risorse Interne. Questo aggregato si è ridotto, nel primo semestre 2009, di circa il 3% rispetto al primo semestre 2008.
2. Secondo l’Istat, (cfr. I consumi delle famiglie – Anno 2008, Statistiche in breve, 14 luglio 2009) il consumo medio dei beni alimentari da parte delle famiglie italiane è cresciuto, tra il 2007 e il 2008, di 9 euro al mese (circa 80 euro l’anno), passando da 466 a 475 euro. Invece, il consumo dei beni non alimentari è sceso di circa 5 euro, equivalenti a 60 euro l’anno, sempre su base mensile (2009 nel 2008 contro 2014 nel 2007). La tesi di Tremonti è che la minore tassazione dei beni alimentari dovrebbe spiegare il calo di gettito dell’IVA. Ora, ipotizziamo, che l’aliquota effettiva dei beni alimentari sia pari al 7 % (un valore intermedio tra il 4 e il 10%) e che invece quella dei beni non alimentari sia pari al 17%. L’Istat ci dice che le famiglie italiane nel 2008 erano circa 24 milioni e 641 mila, mentre nel 2007 erano 24 milioni e 282 mila. Moltiplicando questi valori per le spese medie mensili di ciascun anno e per i 12 mesi, ed applicando le aliquote del 7% per i beni alimentari e del 17% per i beni non alimentari si arriva ad un gettito superiore previsto nel 2008 per circa 1,5 miliardi.