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La spada di Damocle della precarietà

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Mercoledì 2 febbraio incontro sindacati-Anis sul rinnovo contrattuale. L’intervento del segretario Flia-CDLS Giorgio Felici.

San Marino, 31 gennaio 2005

Primo contatto sindacati-industriali per il rinnovo del contratto di lavoro industria e artigianato. L’appuntamento è fissato nel pomeriggio di mercoledì 2 febbraio presso la sede dell’Associazione industriali.

“Sul tavolo contrattuale pesa la spada di Damocle dei diritti e delle garanzie”, avverte Giorgio Felici, segretario della federazione industria della CDLS. “E per sgombrare il campo da ogni equivoco, chiederemo subito all’Anis di dire con chiarezza se intende scegliere la strada della deregolamentazione assoluta oppure se è d’accordo a riconoscere i diritti di chi lavora”.

Un aut-aut in piena regola quello che Giorgio Felici lancia alla vigilia del confronto contrattuale. “Anche perché – spiega – i segnali che sono arrivati dal versante politico non sono certo all’insegna della tutela dei lavoratori. La proposta di riforma del lavoro avanzata dal governo scavalca le ultime conquiste contrattuali, e traccia un orizzonte dove la precarietà sembra essere l’unica risposta per chi un’occupazione ce l’ha e per chi la sta cercando. Precarietà su tutti i fronti insomma, per i sammarinesi e per i frontalieri”.

Per questo il segretario della FLIA-CDLS avverte che sul terreno dei diritti la linea sindacato è inflessibile: “Se non si cambia decisamente rotta, se governo e industriali sceglieranno il muro contro muro, non vedo altra strada che una stagione di conflittualità molto accesa”.

“In ballo ci sono centinaia di assunzioni interinali e di consulenze – continua il sindacalista della CDLS – che sfuggono a ogni regola: un vero e proprio mercato del lavoro parallelo dove anche le minime conquiste contrattuali sono carta straccia. Perché con la scusa della flessibilità, si sta creando un mercato occupazionale popolato da lavoratori perennemente precari, che non riescono ad avere un mutuo per la casa o per comprare l’auto, non vanno mai in malattia, non se la sentono di mettere al mondo figli, non possono fare sciopero e sono pure sottopagati”.

E non va meglio per chi è assunto come frontaliere. “A parte il salasso della doppia tassa, che introduce insopportabili disparità di trattamento economico fra dipendenti che svolgono identiche mansioni, è mai possibile che un frontaliere, dopo dieci anni di lavoro a San Marino, non possa contare su un contratto stabile? Noi diciamo che è invece arrivato il momento di sciogliere il nodo del rapporto a tempo indeterminato”

L’ultimo messaggio del segretario Felici è dedicato al capitolo economico. “Mesi e mesi di carovita hanno eroso il potere di acquisto di salari e stipendi. Il nuovo contratto deve dunque fare i conti con una inflazione reale e con l’evidente speculazione che l’introduzione dell’euro ha portato in molti casi al raddoppio di prezzi e all’aumento di molte tariffe”.

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