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La dura legge del gol

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Polemiche sindacali: il segretario della FPI-CDLS, Antonio Ceccoli, interviene sul pre-accordo contrattuale della PA.

San Marino, 3 luglio 2005

Non si placa la diatriba attorno al contratto dei lavoratori pubblici e al pre-accordo firmato lunedì scorso da governo e Cdls. I cugini della Csdl esprimono contrarietà, accusano, strepitano. Parlano di strappo democratico, di non rispetto degli impegni presi davanti ai lavoratori.

“Posso opporre un educato disinteresse a questa polemica?”, afferma Antonio Ceccoli, segretario del pubblico impiego della Confederazione Democratica.
Troppo comodo, segretario. Davvero non ha nulla da dire alle accuse della Csdl?
“Guardi, ho l’impressione che non accettino la dura legge del gol”.

La dura legge del gol? Scusi, ma che significa?
E’ semplice: lunedì scorso eravamo fianco a fianco in area di rigore, davanti alla porta avversaria. Potevamo entrambi tirare la palla, fare gol e chiudere la partita contrattuale. La Csdl si è fermata, la Cdls ha tirato e ha infilato la palla in rete. E’ più chiaro adesso?”

Chiaro. Però vi accusano di aver giocato da soli, di non aver consultato prima i lavoratori. Un metodo scorretto?
“Intanto voglio far notare che nessuno afferma, neppure la Csdl, che i contenuti della pre-intesa non vanno bene. La Fupi-Csdl dice che è contraria, ma senza precisare su che cosa, su quale punto specifico. Rilancia fin troppo facilmente sui soldi e parla di questioni di metodo, ma spesso le questioni di metodo servono solo per mascherare malafede o impuntature d’orgoglio. E siccome alla malafede non voglio pensare…”

Converrà comunque che l’unità sindacale traballa. O no?
“L’unità sindacale non può essere mai a senso unico. La vera unità non può basarsi sul dogma che la Csdl ha sempre ragione e deve avere la primogenitura su tutto. Le pare?”.

Adesso che succede?
“Intanto il pre-accordo contrattuale ha incassato un doppio via libera: quello del direttivo e quello dell’assemblea di tutti i delegati sindacali della nostra federazione. Un via libera convinto. Ora la parola passerà ai lavoratori pubblici. Insomma, non c’è proprio nessuno strappo al metodo democratico. Al tavolo contrattuale la Federazione pubblico impiego della Cdls ha rispettato il mandato dei lavoratori, assumendosi fino in fondo le proprie responsabilità, chiudendo una trattativa difficile, con troppi colpi di scena e riservandosi l’approvazione negli organismi interni”.

Segretario Ceccoli, ma era così complicato rimandare di qualche ora?
“Rimandare significava dare fiato a chi, nel governo, non era poi così convinto di chiudere un contratto con aumenti al 2.3-2.5%, cioè ben al di sopra dell’inflazione reale. Con il contratto dell’industria ancora in alto mare, con le riforme delle pensioni e del lavoro dietro l’angolo, con una politica così ballerina, prendere dell’altro tempo significava lavorare per il Re di Prussia, non difendere cioè gli interessi dei lavoratori. Ma posso aggiungere una cosa?”.
Prego…
“Francamente questa bega fra le Federazioni del pubblico impiego è assai poco appassionante. Invece spero vivamente che la pre-firma sulla PA possa servire da battistrada per sbloccare la tormentatissima trattativa sul contratto industria”.

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