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La CSU boccia la riforma dell’ISS

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Il governo vuole assegnare i poteri di gestione e di spesa dell’ISS a un ristretto gruppo di manager, escludendo il sindacato e le parti sociali.

San Marino, 20 luglio 2004

La Segreteria della Centrale Sindacale esprime una secca bocciatura del progetto di riforma istituzionale dell’Istituto di Sicurezza Sociale (ISS) e scrive a tutti i Consiglieri.

Il vertice sindacale, che si è tenuto nel pomeriggio di lunedì 19 luglio, ha approfondito i contenuti del documento generale di riforma degli assetti istituzionali sanitari evidenziando in primo luogo che il nuovo modello propone l’assegnazione, da parte del Governo, dei poteri gestionali e di spesa dell’ISS (oltre 60milioni di euro all’anno dal bilancio dello Stato) a un ridotto comitato (3-4) di manager che dovrà operare in stretto contatto con l’Esecutivo.

Questa proposta di riorganizzazione verticistica dell’Istituto per la Sicurezza Sociale, esclude le organizzazioni sociali da ogni partecipazione democratica alla gestione e al controllo delle linee sanitarie e dei servizi, così come dalla gestione dei fondi pensionistici.

La rappresentanza sociale di migliaia di lavoratori e pensionati, viene pertanto fortemente ridimensionata, prevedendo la presenza del sindacato in due consulte (una per la sanità e una per la previdenza) che partecipano in maniera marginale alla vita dell’ISS, solo con “funzioni consultive” e su decisioni già prese. Inoltre, tale proposta non è volta certo a favorire il miglioramento della qualità dei numerosi servizi sanitari e sociosanitari diretti agli utenti!

Nel complesso, è un deciso passo indietro rispetto a quel modello democratico e partecipativo creato con la legge istitutiva dell’ISS (1955) a garanzia e a difesa del diritto della salute per tutti.

Mentre ciò di cui ha realmente bisogno il sistema sanitario sammarinese, è una riforma che indichi i livelli di assistenza, i tempi e le modalità di erogazione dei servizi, in particolare attraverso l’adozione di un preciso Piano Sanitario Nazionale, da cui far poi discendere gli assetti istituzionali dell’ISS. Invece, il Governo sta capovolgendo il percorso, partendo da giochi di potere, piuttosto che compiere scelte che assicurino ai cittadini servizi sanitari efficaci e di qualità.

La Segreteria della CSU esprime dunque forte contrarietà al modello di gestione che emerge dalla proposta di riforma dell’assetto istituzionale dell’ISS, ed intende avviare un’azione di contrasto per riportare i processi di rinnovamento dell’ISS – che sono necessari – in un contesto democratico e di trasparenza, che confermino il modello pubblico e partecipativo.

Inoltre questa proposta, vista la commistione che si è già creata di fatto tra sanità pubblica e privata, rischia di incentivare ulteriormente la deriva della privatizzazione dei servizi sanitari, mettendo in discussione il primato della gestione pubblica dello stesso sistema sanitario e sociosanitario.

La CSU chiede che nel dibattito consiliare che si svilupperà sull’argomento nell’attuale sessione del Consiglio Grande e Generale siano tenute nella necessaria considerazione le posizioni del Sindacato e si verifichi dunque una netta inversione di rotta. Se tale inversione non si verificherà, anche questo importantissimo tema farà parte dell’ampio contenzioso aperto con il Governo, su cui chiamare i lavoratori alla mobilitazione.

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