Italian Fashion, la vertenza si tinge di giallo
Italian Fashion, la vertenza si tinge di giallo | |
![]() |
|
L’azienda di Montegiardino torna alla richiesta iniziale di licenziare 10 dipendenti su 13. Molti i dubbi della Federazione Industria CSU.
San Marino, 3 marzo 2004 Ennesimo colpo di scena nella vertenza della Italian Fashion, azienda di Montegiardino che produce portafogli. Vertenza che sta anche assumendo dei risvolti piuttosto inquietanti. In sintesi, queste sono le tappe della vicenda. Il 15 ottobre 2003, arriva la comunicazione secondo cui l’azienda intende licenziare 11 dipendenti su 14. Si trattava di tutti gli 11 lavoratori adibiti alla produzione e al magazzino. L’11 novembre, l’azienda fa sapere di avere cambiato idea, e che intende continuare l’attività produttiva con un organico complessivo di dieci dipendenti. Nella trattativa, la Federazione Industria chiede la tutela del posto di lavoro anche dei tre dipendenti – peraltro a part time – che l’azienda intende licenziare (nel frattempo, un lavoratore è entrato in pensione). In un incontro prima del Natale scorso, con la partecipazione delle Segreterie di Stato per il Lavoro per l’Industria, si è giunti alla decisione consensuale fra le parti di sospendere la procedura di riduzione del personale, e di verificare nel 2004 la possibilità di risolvere positivamente la vertenza. Successivamente, in maniera fortuita, il sindacato è venuto a sapere da altri che l’azienda è tornata alla scelta del 15 ottobre, cioè di licenziare 10 dipendenti. Questo, peraltro, in violazione delle procedure concordate, che prevedevano la sospensione di ogni iniziativa di licenziamento. Per la FLI-CSU, in ogni caso, quale che sia il numero di dipendenti che l’Italian Fashion intende licenziare, non si giustifica nessuna riduzione di personale, in quanto l’azienda ha dei bilanci che sono più che positivi. Negli ultimi anni, il volume d’affari si aggira tra i 23 e i 25 miliardi di lire, con degli utili che sono stati di 600 milioni di lire nel 2000, di 2 miliardi e 100 milioni di lire nel 2001, di 800mila euro nel 2002. Il presunto stato di “crisi” dichiarato dall’azienda per motivare i licenziamenti, è totalmente smentito dai bilanci pubblici presentati dalla stessa azienda in Tribunale. Ma questa vicenda ha anche dei risvolti poco chiari che pongono non pochi interrogativi. Nell’azienda, il cui titolare nonché amministratore unico è Gino Valentini, opera in distacco un lavoratore dipendente della Zeba srl, società immobiliare. L’amministratore della Zeba, è una persona che negli ultimi tempi è salita all’onore delle cronache in relazione a vicende immobiliari poco chiare, di cui tanto si è scritto e parlato a San Marino. Perché questo lavoratore distaccato dalla Zeba opera alla Italian Fashion? I licenziamenti del personale produttivo, sono forse il preludio per dare vita ad una collaborazione tra l’Italian Fashion e la Zeba nel campo immobiliare? E se queste ipotesi risultassero corrispondere al vero, che interesse avrebbe lo Stato di San Marino ad avere sul territorio un imprenditorie non sammarinese che diventerebbe, in questo caso, l’ennesimo “palazzinaro”? Chiediamo pertanto al Governo di intervenire concretamente affinché l’attività produttiva della Italian Fashion sia salvaguardata e tutti i posti di lavoro siano tutelati, e affinché sia fatta luce sui reali collegamenti che esistono tra la stessa azienda e la Zeba srl. Inoltre, la Federazione Industria ha chiesto il coinvolgimento delle autorità del Castello di Montegiardino, poiché riteniamo sia interesse della comunità locale evitare di giungere al completo smantellamento di qualsiasi attività produttiva. |