Industriali con l’alibi della precarietà
Prosegue la trattativa del contratto industria. Felici accusa: “L’Anis non fa i conti con i veri problemi della nostra economia”
San Marino, 8 febbraio 2005
Al tavolo per il rinnovo del contratto industria l’Anis pone il problema della competitività del sistema San Marino. E Giorgio Felici (CDLS) replica: “In economia competitività non fa rima con precarietà”.
Prosegue il faccia a faccia tra sindacato e industriali sul nuovo contratto: lunedì 7 febbraio è andato in scena il secondo appuntamento, mentre il terzo è già in calendario per il pomeriggio di venerdì 11 febbraio.
Lunedì l’Anis ha messo sul tavolo il problema della competitività del sistema San Marino, invitando il sindacato a fare fronte comune per aiutare la crescita del sistema produttivo . “Il rinnovo del contratto – è il ragionamento dell’Anis – dovrebbe essere il luogo nel quale, oltre la pura rivendicazione economica, si dovrebbero ritrovare le condizioni per rilanciare il sistema paese sul piano interno e internazionale”.
Invito raccolto dal sindacato.
“La competitività – afferma il segretario della Federazione Industria della CDLS Giorgio Felici – è senza dubbio un tema cruciale per la nostra economia, ma l’Anis deve ancora spiegarci qual è la sua ricetta per rilanciare il sistema industriale. Finora è prigioniera del falso problema della flessibilità dei rapporti di lavoro”.
Insiste il sindacalista della CDLS: “I fattori chiave della competitività sono invece altri: cultura manageriale, innovazione tecnologica, costi delle infrastrutture, sistema creditizio, sistema educativo-formativo. L’Associazione Industriali deve insomma smetterla di nascondersi dietro il solito alibi del mercato del lavoro troppo ingessato e mettere sul tappeto i problemi veri che frenano la competitività industriale”.
“Ad esempio – continua Giorgio Felici – perché non si dice che a San Marino il costo del denaro è più alto che oltre confine e quindi è più difficile avere prestiti bancari e fare investimenti? Perché non si affronta davvero il nodo dei maxi affitti dei capannoni industriali? Se vogliamo davvero discutere di competitività, l’Anis deve cominciare a sciogliere le contraddizioni che vive in casa sua e fare i conti fino in fondo con la lobby degli imprenditori edili e con quella dei banchieri”.