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In marcia per un fisco più giusto

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Manifestazione dei lavoratori frontalieri venerdì 1° ottobre davanti a Montecitorio. Incontri con i gruppi parlamentari.

San Marino, 30 settembre 2004

Appuntamento davanti a Montecitorio per manifestare contro la doppia tassa. E’ tutto pronto per la trasferta in programma venerdì 1° ottobre a Roma dei lavoratori frontalieri occupati nella Repubblica di San Marino.

Il Comitato Lavoratori Frontalieri e la Centrale Sindacale hanno raccolto 500 adesioni per dire “no” al trattamento fiscale introdotto con la Finanziaria e rivendicano una legge ordinaria più equa così come previsto dall’accordo internazionale sottoscritto nel 2002 da Italia e San Marino.
In particolare, si chiede una integrazione del Testo Unico delle Imposte sul Reddito.

Anche una delegazione di CGIL, CISL e UIL, in un incontro con il presidente della Commissione Finanze, Giorgio La Malfa, ha sostenuto la necessità di far uscire la questione fiscale dei frontalieri dal meccanismo della Finanziaria per approdare ad una legge ordinaria definitiva e più equa.

Durante il sit-in davanti al Parlamento, in programma per le 10.30-11, una delegazione del comitato frontalieri e della CSU incontreranno parlamentari ed esponenti del governo.
Ai politici italiani sarà consegnato un articolato documento dedicato al nodo fiscale e ai problemi normativi e previdenziali.

Questo il testo della lettera già inviato a tutti gruppi parlamentari.

In base agli accordi internazionali, è necessario che la questione fiscale dei frontaleri sammarinesi esca dalle competenze della Legge Finanziaria, per concordare una legge ordinaria definitiva e con abbattimenti fiscali superiori all’attuale area no-tax di 8 mila euro; oppure abbattimenti del 65% del reddito prodotto fino ad un massimo di 24mila euro, come previsto dal memorandum d’intesa fra Italia e San Marino”.
Con la Legge Finanziaria 2003 viene introdotta la doppia imposizione dei redditi frontalieri, prevedendo un’area no-tax di 8 mila euro. Un provvedimento che non solo non rispetta la convenzione italo-sammarinese del 2002, ma che si è dimostrato iniquo e penalizzante per i bilanci di oltre 5 mila famiglie romagnole e marchigiane.
Basti pensare il solo fatto che l’attuale trattamento tassa il TFR, che sul Titano viene liquidato ogni anno a fini previdenziali, come una 14° mensilità.
Senza poi dimenticare le pesanti ripercussioni sul piccolo mercato occupazionale sammarinese e sulle regole della contrattazione collettiva. Va anche ricordato che altre aree del frontalierato, come Svizzera e Città del Vaticano, non vengono colpite da questo provvedimento fiscale, creando così evidenti disparità di trattamento tra cittadini italiani”.