Il presidente Obama: la priorità è l’occupazione
“La creazione di nuovi posti di lavoro è il nostro obiettivo numero uno per il 2010”. E’ un messaggio chiaro e diretto quello che Barack Obama ha consegnato al Congresso nell’ambito del suo primo discorso sullo Stato dell’Unione. Un discorso che ha trovato l’immediata approvazione dei sindacati americani preoccupati da una ripresa economica lenta che non riesce a creare nuovi posti di lavoro.
Con un tasso di disoccupazione che oramai si aggira intorno al 10% e con un gradimento nei confronti dell’operato del Governo in calo, Obama deve correre, dunque, ai ripari puntando alle due maggiori preoccupazioni che, in questo momento, affliggono gli americani: un’economia convalescente e un mercato del lavoro paralizzato. Ma è soprattutto sull’attuale condizione dei lavoratori che l’attenzione del presidente si è focalizzata: “La gente – ha spiegato – è fuori dal mercato del lavoro, per questo sta soffrendo e ha bisogno del nostro aiuto”.
L’approvazione da parte del Congresso di un nuovo piano di stimoli per il rilancio dell’occupazione sembra essere l’unica soluzione per superare un momento molto delicato. Obama rilancia, dunque, la sua proposta per un pacchetto di stimoli a favore degli investimenti nei green jobs, i lavori verdi, per nuove agevolazioni fiscali per le piccole imprese e per l’ammodernamento delle infrastrutture. In particolare il presidente ha proposto di utilizzare 30 miliardi di dollari, provenienti dai fondi messi a disposizione per i grandi istituti di credito e per i costruttori di auto (Tarp), per agevolare i prestiti delle banche ai piccoli investitori. L’eliminazione delle agevolazioni fiscali nei confronti delle imprese che delocalizzano la produzione all’estero per far ricorso a manodopera straniera a basso costo è considerato, infine, un ulteriore fondamentale passo per far ripartire la locomotiva americana.
Aumentare la produzione per rilanciare l’occupazione è, quindi, la ricetta proposta da Obama che punta a raddoppiare le esportazioni per creare almeno due milioni di posti di lavoro nei prossimi cinque anni. Una ricetta per la quale il presidente ha richiamato all’ordine i membri del suo stesso partito biasimando l’ostruzionismo dei repubblicani e invocando una nuova stagione di unità politica in un momento di difficoltà per l’intero paese.
Quello di Obama è stato un discorso sostanzialmente incoraggiante secondo Richard Trumka, il presidente della maggiore confederazione dei sindacati americani, anche se l’obiettivo della creazione di nuova occupazione potrebbe essere ancora più ambizioso: “Abbiamo bisogno di piu di 10 milioni di posti di lavoro – ha detto il leader dell’Afl Cio – per uscire dal baratro in cui siamo caduti”.
La linea d’azione governativa è, comunque, condivisa da Trumka che sostiene la volontà del presidente di limitare lo strapotere del big business e delle lobby: “Vogliamo che i nostri politici spezzino il cappio di Wall Street e delle grandi banche – ha spiegato il sindacalista – e che presentino loro il conto dei danni che hanno provocato”.
Un percorso di redenzione e di rilancio del sistema paese che i sindacati sono disposti a intraprendere appoggiando l’operato di Obama nella direzione della creazione di nuova occupazione. Delle cinque proposte presentate dall’Afl Cio al recente job summit tenutosi alla Casa Bianca, ben due sono state, infatti, incorporate nell’agenda governativa. “Siamo molto soddisfatti – ha concluso Trumka – che il presidente abbia approvato le due nostre proposte per la creazione di nuova occupazione che riguardano gli investimenti nelle infrastrutture e la possibilità per le piccole imprese di accedere al credito attraverso i fondi Tarp”.