Se il Pd tira a campare rischia l’estinzione.
Vent’anni dopo, il Partito democratico rischia di fare la fine della Dc. Chi non ci crede, legga tutte le mattine Il Riformista. Il suo segretario, Pier Luigi Bersani, che per brevità indicherò con la sigla PLB, è vittima di un assedio interno senza precedenti. Il partito si sta balcanizzando, secondo un’immagine perfetta, mi pare di Mario Pirani. Già, la Jugoslavia del dopo Tito. Da ragazzi, quando ci vedeva litigare senza tregua, mia nonna Caterina ringhiava: «Basta con questa Balcania!».
Ma le grida d’allarme non fermano la Balcania democratica. Il partito di PLB è già frantumato in tanti clan regionali. Tornano i cacicchi, avversati da Max D’Alema. Un giovane leone come Matteo Renzi, sindaco di Firenze, proclama: «È finita l’epoca in cui Roma dettava la linea». E nel frastuono si è levato persino il lamento di un big come Romano Prodi: «Non si sa chi comanda nel Pd!». Certo, in questo caos che puzza di crisi finale, PLB potrebbe accontentarsi di tirare a campare. Però sarebbe un mossa suicida. In grado soltanto di affrettare la sua morte politica e quella del partito. Anche questa è una scelta: l’eutanasia praticata su se stessi. Ma ne esiste pure un’altra: usare la poca forza rimasta per cambiare politica e linguaggio. Scardinando una linea che non dà più frutti. E mettendo nell’angolo i compagni rabbiosi che cercano di sbranarti.
Volete un esempio? Venerdì, nell’aprire l’anno giudiziario, il primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, ha detto senza peli sulla lingua che la giustizia italiana è più lenta di quella del Gabon. Ossia di un piccolo stato africano, situato fra il Congo e il Camerun, con poco più di un milione di abitanti, devastato dalla lebbra, dalla febbre gialla e dall’Aids. Mentre scrivo il Bestiario, non so come PLB abbia giudicato le parole del primo magistrato d’Italia. Vorrei che le avesse applaudite. Dicendosi d’accordo. Ma PLB potrebbe fare anche di più. Sostenere che un cardine della riforma giudiziaria è la separazione netta delle carriere fra giudici e pubblici ministeri. E ribadire un altro passo del presidente della Cassazione: i magistrati non debbono partecipare ai talk show televisivi. PLB aggiunga: non devono scrivere sui giornali, partecipare a convegni politici ed essere eletti in Parlamento, a carriera conclusa. Per evitare i sospetti che conosciamo tutti.
Insomma, per non limitarsi a campare, PLB deve essere spiazzante. Si parla sempre di evasione fiscale? Per vincerla bisogna cambiare il fisco e, forse, scegliere il sistema del conflitto d’interesse. Non parlo di quello del Cavaliere, ma della possibilità per il contribuente di scaricare una parte delle spese. Dimostrate con le ricevute fiscali che, a quel punto, tutti pretenderanno da commercianti, artigiani e professionisti.
Sono tante le occasioni per dire parole nuove. A Ischia si demoliscono le case abusive? È un’operazione priva di senso, visto che per decenni si è lasciato costruirne a centinaia. Imporre agli stipendi dei manager di non valicare l’indennità dei parlamentari? Ecco un’altra assurdità da socialismo reale, poiché i peones di Camera e Senato non sono certo la crema del Paese. L’assenteismo dei dipendenti pubblici va combattuto sino in fondo, perché danneggia i cittadini che lavorano senza fare flanella. Anche il rendere obbligatoria la denuncia del pizzo pagato è una follia: chi lo farà, rischia di essere sparato dalla mafia.
È vero o no che l’aumento dei clandestini accresce la criminalità? Tutti sappiamo che è vero. Affermare che non è così soltanto perché lo sostiene Berlusconi, è una sciocchezza autolesionista. L’Italia deve accogliere chiunque arrivi di nascosto, senza identità accertata, senza possibilità di campare in modo decente? PLB dica, finalmente, che l’immigrazione non può funzionare in questo modo. La Fiat chiude lo stabilimento di Termini Imerese e mette in cassa integrazione i trentamila dipendenti del gruppo? Ci piacerebbe sentire dal segretario del Pd qualche proposta e un’opinione diversa da quella della Cgil e della Fiom.
Mi rendo conto di suggerire a PLB una linea molto lontana dalle posizioni odierne. E soprattutto distante dalla sclerosi politica e dai riflessi arcaici di molti dei suoi supporter. Certo, rovesciare il tavolo degli slogan, delle vetero ricette e delle attese di qualche miracolo, può essere rischioso. Però non c’è rischio più grande che tirare a campare, chiudendo gli occhi per non accorgersi di quanto è cambiata l’Italia. PLB viene da un partito, il vecchio Pci, che ha commesso per decenni lo stesso errore. Diceva di essere diverso dalle altre parrocchie e si crogiolava in questa convinzione. Sappiamo tutti in che modo è finita l’avventura delle Botteghe Oscure: in un disastro senza rimedio. Il Pd vuole fare la stessa fine? Temo di sì, nel vedere l’accordo ribadito con Di Pietro, l’ostinazione nel non trattare con il Cavaliere e l’incapacità di fermare i sabotatori come Veltroni, Franceschini e Bindi.
Ma se PLB vuole tirare a campare in attesa dell’agonia, ce lo dica. Non perderemo più tempo nel seguirne le sorti con affettuosa trepidazione.
Di Giampalo Pansa (Riformistaweb)