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Il Paese che vorrei

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Lettera aperta di Mirko Tomassoni dell’Associazione Attiva Mente al Responsabile per gli Affari Sociali della Segreteria di Stato per la Sanità.

San Marino, 23 febbraio 2005

Il mondo dell’handicap sammarinese attende risposte concrete. Si può riassumere così la lettera aperta che Mirko Tomassoni, dell’Associazione Attiva Mente, ha scritto al responsabile Affari sociali della Segretaria di Stato per la Sanità.

Ecco il testo della lettera.

Ho deciso di scriverle questa lettera aperta, rischiando di indurre facilmente chi la legge, a pensare che il sottoscritto sia affetto da chiari sintomi di megalomania. In realtà lo faccio, perché le cose che cerco di sostenere mi stanno molto a cuore. Mi preme innanzitutto chiarire, che il destinatario di questa lettera, non è il cittadino prof. Filiberto Bernardi, ma il dott. Filiberto Bernardi Responsabile per le Politiche Sociali.
Recentemente ho comunicato l’approssimarsi di un grande Evento, quale la ratifica da parte dell’ONU di un documento che sarà la Carta Mondiale dei Diritti della Persona con Disabilità. Ho segnalato, inoltre, le presunte mancate risposte del Governo al nostro Ambasciatore alle Nazioni Unite, che sta partecipando ai lavori per la stesura di questo documento.
L’ho fatto anche per scongiurare la mesta esperienza del 2003, dichiarato “Anno Europeo delle Persone con Disabilità”, quando lo Stato di San Marino si dimostrò molto impreparato. In quell’occasione, lo ricorderà, se non fosse stato per le Associazioni, dallo Stato non sarebbe scaturita la benché minima iniziativa.
Il nostro Rappresentante Permanente all’ONU chiedeva a suo supporto, da San Marino, una persona più o meno esperta ma del settore, più per dare un segno, che per contribuire validamente alla preparazione del documento, poiché immagino che già in sede di Commissione vi siano fior di esperti, perciò difficilmente uscirà un documento raffazzonato. L’hanno fatto anche i Paesi del Terzo Mondo. Vede, il fatto che San Marino non abbia portato e continui a non portare nessuno è desolante, e, soprattutto, come pare vero, che non dia nemmeno risposte, è indice di scarso interesse.
Oltre a questo, recentemente ho chiesto anche delucidazioni sulla situazione dell’attività di Governo, a proposito della recente approvazione dell’Istanza che chiedeva l’aggiornamento delle Leggi sammarinesi sulla disabilità a quelle Europee.
L’ho domandato perché avverto in prima persona il peso delle cose qui in Repubblica.
Su questo secondo quesito lei ha riferito, in un’intervista alla RTV, di un paio di normative a cui il Governo, sta mettendo mano: sul Volontariato e sulla cosiddetta area della non autosufficienza (?). Ma ancora niente di concreto, mi è parso di capire.
Mentre scrivo, penso di non dover dimenticare che mi sto rivolgendo ad una delle persone, mi riferisco a lei, più preparate e competenti nel merito, che ci sono a San Marino, e che personalmente ho sempre stimato e rispettato.
Io invece sono un semplice cittadino handicappato, certamente non navigato in queste problematiche, ma che ha la fortuna di poter ancora osservare, pensare e dire le cose.
E le cose bisogna dirsele,…dalle dichiarazioni che ha rilasciato, dal suo atteggiamento, lei ha lasciato trasparire un sentimento, da cui sembra che le cose a San Marino vadano bene, quasi come se non fosse affatto giustificabile lamentarsi. In perfetto politichese ha liquidato la mia chiamiamola denuncia, in maniera altrettanto perfetta, direi.
Vede, il Mondo Speciale dell’Handicap, a mio giudizio, negli ultimi anni è profondamente cambiato. Gli anni “90” hanno rivoluzionato questo mondo: lo sviluppo delle tecnologie, l’arrivo di internet e così via…hanno convinto tante persone disabili delle proprie possibilità di lavorare, studiare, viaggiare, fare sport…, l’innovazione ha permesso di far arrivare queste informazioni nelle case in maniera immediata, case che per tanti erano ormai la pietra sepolcrale.
Ed il susseguirsi di Eventi così importanti come la Celebrazione nel 2003 dell’Anno Europeo della persona con Disabilità e la prossima ratifica della Carta dei Diritti Mondiale delle Persone con Disabilità, testimoniano appunto questa passione, questo fervore, dimostrano la “sete di vivere meglio” che c’è oggi fra le persone disabili. Tant’è che, l’opinione che si sta sempre più diffondendo nella Comunità internazionale, è che la maggior parte delle persone disabili siano solamente “disabilitati”, ovvero non abilitati ad agire, non messi in condizione di fare, ecc…
Rispetto a questo, San Marino pare invece rimanere fermo al palo, mantenendo nella sua legislazione interna la completa assenza di misure e aiuti a favore di persone disabili, non udenti, non vedenti, o che come me, hanno difficoltà a muoversi, ecc.
La politica dell’integrazione, intesa anche come il favorire una trasformazione da disabili assistiti a disabili contribuenti, chiamati in causa, responsabili, produttori, che pagano le tasse…a San Marino non c’è. O per peggio dire, a San Marino alcuni disabili lavorano, pagano le tasse, e lo Stato oltre a non agevolarli, non offre neppure i servizi che gli spetterebbero di diritto. (….)
Potrei aggiungere altre discriminazioni in ambito lavorativo, così come potrei elencare le tante altre agevolazioni esistenti nella vicina Italia (basti consultare questo sito internet www.handylex.org ) che a San Marino non esistono.
Mi è giunto all’orecchio, poi lei mi smentirà, che il Governo abbia affidato recentemente a qualcuno in Repubblica, non so chi, il compito di rimettere mano alle leggi riguardanti la concessione degli assegni d’accompagnamento. Pare che questi “saggi”, nell’espletamento di quest’incarico, siano partiti davvero con il piede giusto, ovvero con l’intento discriminare i disabili che praticano sport, verosimilmente negando a costoro il diritto all’assegno d’accompagnamento. Sono rimasto senza parole, mi domando ancora quale possa essere la relazione logica secondo la quale, chi è handicappato e cerca di mantenersi attivo, facendo sport ad esempio, si preclude il diritto a tale indennità.
Ci sono persone riconosciute invalide a San Marino, che percepiscono l’assegno d’accompagnamento, che per timore che non sia più riconosciuto loro tale indennizzo, non si espongono di un centimetro, in qualsiasi ambito sociale, sportivo e non. Mi sembra di essere nel Medioevo…o qualcuno ha gli scheletri nell’armadio, oppure ipotesi più probabile, tutto questo è frutto di una disinvolta concessione dell’assegno medesimo in passato.
Ecco, questa è un altra “fotografia” (ce ne sarebbero altre) della situazione sammarinese, che ho voluto fornirle, per dirle fondamentalmente, che è necessaria una nuova Legge Quadro sul tema, moderna, e che se servono persone più competenti in materia, bisogna anche pensare di commissionarle altrove, onde evitare vergognosi disastri.
Mi rendo conto tuttavia, che affrontare e risolvere tutti i problemi delle persone disabili, è difficile, occorre volontà, rispetto e soprattutto investimenti di denaro. Ma quanto investe ogni anno lo Stato di San Marino per tutte le persone disabili?…poco? nulla? Chiedo.
Anche questo è lo Stato Sociale, dott. Bernardi.
Vede, qualcosa non mi quadra,…
Sulla risoluzione dei problemi riguardanti la disabilità, possiamo avere legittimamente idee ed opinioni differenti, ma il dubbio che mi pervade, la mia paura è che alle volte, gli incarichi politici come quello attualmente da lei ricoperto (conoscendo i turpi meandri tipici della politica) alterino la volontà di operare, in barba agli stessi disabili ed alle loro famiglie.
Mi sbaglierò…ma è desolante la preponderanza degli interessi politico-partitici sugli interessi collettivi, della salute della Comunità. Non so come spiegarmi…provo con un’altra immagine-esempio: è triste assistere all’impossibilità dell’uso dei pubblici trasporti da parte di disabili in carrozzella, poi vedere invece un servizio ineccepibile in occasione delle votazioni, con tanto di ambulanze che ti portano al seggio. Mi spiego?
Finisco aggiungendo solo un elemento di contraddizione, nel senso cioè, che mi suona del tutto strano incalzare un’amministrazione che si dice di sinistra, sinistra a cui questi temi dovrebbero essere cari.
Il Paese che vorrei, non esiste.
Per costruirlo dovremmo sempre anteporre il bene equo per tutti, ed in questa epoca del cosiddetto benessere diffuso, dove c’è una sorta di competizione nel deliziarsi e spassarsela almeno quanto il tuo prossimo, mi pare un sogno quasi irrealizzabile.
Bene, rimango in attesa delle sue opportune smentite sul quadro della situazione che ho cercato di prospettare, illudendomi che forse arrivi, almeno riguardo a qualche paragrafo di questa lettera, un mero “hai ragione Mirko”.
Con immutata stima al cittadino Prof Filiberto Bernardi
Mirko Tomassoni

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