Il dovere di cambiare
Riflessioni sulla piattaforma unitaria. L’intervento di Loredana Mazza della segreteria Pubblico Impiego.
San Marino, 21 ottobre 2004
Bisogna cominciare a pensare tanto ai diritti quanto ai doveri. E’ una delle riflessioni che Loredana Mazza, membro della segreteria pubblico impiego della CDLS, ha fatto sulla piattaforma generale unitaria.
“Dobbiamo pretendere – ha detto Mazza intervenendo all’assemblea dello scorso 18 ottobre – un sistema di regole alle quali non ci siano deroghe per nessuno. Quello di cui parlo è cambiare il sistema San Marino, non andrà bene a molti, perché a molti ha fatto comodo. Ma non credo ci sia un’altra via per andare verso il meglio”.
E ancora: “Dovremo avere più senso di responsabilità nei confronti dello Stato: per esempio, io, che sono dipendente pubblico, avrò più senso dello Stato se lavoro onestamente, rispettando le regole e con la consapevolezza che collaboro a rendere un servizio pubblico.
“Così è anche necessario – ha aggiunto la dirigente sindacale – cambiare il nostro rapporto con il Governo e con la politica: è ora di mettere in primo piano il bene comune e non più il mero interesse personale ad ottenere favori e privilegi. Non è una cosa da poco, anche in questi giorni, per esempio, si grida basta alle delibere che fanno fare carriera, che promuovono i soliti noti ben tesserati, ma quando ci riguardano personalmente vanno bene e sono da fare”.
Ecco l’intervento integrale di Loredana Mazza del 18 ottobre.
Nel riflettere sul documento di proposta della piattaforma e sulla riunione di oggi, mi sono chiesta come ci poniamo di fronte a tutto ciò. Stiamo recitando il gioco delle parti, che si ripete ciclicamente? Lo facciamo perché lo dobbiamo fare? Ci crediamo veramente? Quanti di noi pensano sinceramente che quello che facciamo possa cambiare qualcosa?
Io sono di quelli che forse si illudono, che sono un po’ visionari, ma penso che vale la pena fare qualcosa, darsi da fare, se ci si crede. Spero in questo senso di essere in buona compagnia.
Come cittadina di questo Stato, mi interessa la sorte del mio Paese e per questo penso che tutto quello che è contenuto nella piattaforma d’autunno è affare anche mio!
La situazione del nostro Paese è cambiata, questo credo sia un’affermazione incontestabile. Le crisi di governo che si sono succedute negli ultimi anni hanno generato instabilità politica e incapacità governativa, in una situazione di crisi della politica non si può certo sperare che le migliori menti del nostro Paese si buttino in politica!
Il futuro economico è incerto e non mi pare di vedere precisi e grandi progetti che possano portare alla svolta necessaria, visto che il vecchio sistema sta tirando le cuoia. Le finanze dello Stato, alle quali tutti abbiamo serenamente attinto in tempi di vacche grasse e senza farci tante domande, non stanno più bene di salute, non si capisce quanto stiano male ma di sicuro c’è più poco da dividere. Della speranza nei politici spero ne parli qualcun altro perché io la vedo nera come la pece e sono anche ottimista!
Tutto questo non lo dico per avvilirci, ma per affermare che se i tempi sono cambiati, deve cambiare anche il nostro atteggiamento. Sono finiti i bei tempi quando bastava chiedere. Adesso io penso che se ci sta a cuore il nostro futuro e quello dei nostri figli, dobbiamo chiederci cosa possiamo fare noi per il nostro Paese.
Molte risposte sono nella proposta di piattaforma che ci è stata consegnata. Non voglio entrare a parlare dei singoli temi, che in parte sono già stati illustrati, voglio piuttosto sottolineare che non possiamo tirarci indietro dopo che avremo approvato questa piattaforma. Se veramente ci crediamo, dovremo anche noi cambiare il nostro comportamento, perché quanto proposto riguarda anche noi e dipende anche da noi.
Dovremo avere più senso di responsabilità nei confronti dello Stato: per esempio, io, che sono dipendente pubblico, avrò più senso dello Stato se lavoro onestamente, rispettando le regole e con la consapevolezza che collaboro a rendere un servizio pubblico.
Così è anche necessario cambiare il nostro rapporto con il Governo e con la politica: è ora di mettere in primo piano il bene comune e non più il mero interesse personale ad ottenere favori e privilegi. Non è una cosa da poco, anche in questi giorni, per esempio, si grida basta alle delibere che fanno fare carriera, che promuovono i soliti noti ben tesserati, ma quando ci riguardano personalmente vanno bene e sono da fare.
Bisogna cominciare a pensare tanto ai diritti quanto ai doveri, pretendere un sistema di regole alle quali non ci siano deroghe per nessuno. Quello di cui parlo è cambiare il sistema San Marino, non andrà bene a molti, perché a molti ha fatto comodo. Ma non credo ci sia un’altra via per andare verso il meglio.
Se si vuole realizzare quanto fin qui detto e quanto contenuto nella piattaforma, non si può considerare che questo non comporti un cambiamento e che questo cambiamento non ci tocchi o che noi siamo al di sopra di quello che proponiamo.
E’ vero: serve una riforma fiscale per la lotta all’evasione e per reali accertamenti dei redditi, per una equità fiscale che prelevi da ogni componente di questo Stato il giusto contributo proporzionato alle reali possibilità economiche di ciascuno e che conceda ad ognuno secondo le reali necessità. E non come succede oggi a causa delle assurde dichiarazioni dei redditi fatte da società, imprese e liberi professionisti, che a quanto pare godono di particolare benevolenza da parte del governo presente e di quelli passati.
E’ vero: serve una riforma previdenziale, non possiamo aspettare di avere l’acqua alla gola e non possiamo aspettare che il fondo pensioni dei lavoratori autonomi continui a dissanguare le casse dello Stato.
Il mondo del lavoro è costellato di problemi: servono regole contro la precarietà; regole per garantire il sistema di avviamento pubblico al lavoro; c’è ancora da risolvere il problema dei frontalieri; c’è da controllare il lavoro nero e l’abusivismo; c’è da regolarizzare i lavori atipici.
Della sanità e del sistema socio-sanitario siamo tutti direttamente interessati e purtroppo preoccupati.
Il documento contiene proposte su problemi, che ritengo prioritari: fisco, pensioni, lavoro, sanità e su altro ancora: famiglia, anziani, scuola, pubblica amministrazione, ambiente.
Prima di approvarlo chiediamoci quanto ci crediamo e quanto siamo disposti a fare perché si realizzi il più possibile. Non illudiamoci di ottenere tutto ma verifichiamo se veramente siamo disposti a prenderci delle responsabilità, perché coi tempi che corrono si deve fare sul serio e dobbiamo essere disposti a tenere duro per tutto il tempo che serve: pena, l’ennesimo fallimento di progetti sbandierati e l’ennesima soluzione alla sammarinese, se la caveranno cioè i soliti furbi con la tessera e gli amici giusti!