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Il danno e la beffa

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Condannato operaio che ha perso un dito sul lavoro. Dovrà pagare una multa di 500 euro. Una sentenza con troppi interrogativi

San Marino, 6 aprile 2005

Perde un dito sul lavoro e dovrà pagare una multa di 500 euro. In punta di diritto si chiama concorso di colpa, ma più terra terra si può tradurre così: dopo il danno la beffa.

E’ l’epilogo giudiziario dell’incidente sul lavoro avvenuto nel novembre 2002 all’azienda Sis, dove un operaio frontaliere di 35 anni è rimasto ferito mentre puliva una macchina stampatrice. La mano destra gli è stata risucchiata dai rulli e dopo il ricovero in Ospedale i medici gli amputarono un dito.

La sentenza del Tribunale è arrivata lunedì 4 aprile. Condannati il datore di lavoro (900 euro di multa) per non aver dotato la stampatrice di misure di protezione, il capo fabbrica (600 euro di multa) per non aver impedito al lavoratore di lavare gli ingranaggi senza aver prima spento la macchina, la vittima (500 euro di multa) per concorso di colpa dovuto a manovra imprudente.

Per la Centrale Sindacale questa sentenza, seppur tecnicamente indiscutibile, squarcia il velo sulla realtà del mondo del lavoro.
Realtà segnata da una casistica di infortuni statisticamente legata alla velocità e ai ritmi imposti dalla produzione: da qui la manovra imprudente? Da una carente gestione della sicurezza: la stampatrice non era forse priva di misure di protezione? Da una scarsa gestione delle norme antinfortuni: perché le manovre pericolose non vengono impedite?

La statistica sugli infortuni ci indica anche che tra le cattive condizioni che espongono i dipendenti al rischio incidenti c’è la precarietà dei rapporti di lavoro. E l’operaio multato non era forse frontaliero?

Insomma, un concorso di colpa con troppi interrogativi.

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