I contratti fantasma e il valzer dei numeri
Il dirigente della Federazione Industria, Angela Tamagnini, replica alle cifre dell’Anis sui contratti di consulenza.
San Marino, 25 giugno 2004 Sul mercato del lavoro sommerso si è aperta una girandola di cifre. Ma quanti sono i contratti fantasma sul Titano? Duemila come dice il sindacato, o 160 come afferma l’Associazione Industriali? Ecco come replica Angela Tamagnini, dirigente della Federazione Industria della CDLS, alle cifre dell’Associazione Industriali. Perché questo valzer di numeri sui contratti fantasma? Semplice: perché manca un sistema di controlli efficace e rigoroso. Così succede che il sindacato denuncia l’esistenza di un mercato del lavoro sommerso, con duemila rapporti di consulenza; mentre l’associazione industriali replica piccata che i Cococo sono solamente 160. Un abisso insomma: 2000 o 160? Cifre che alimentano il sospetto che qualche parte in causa stia addirittura bluffando. Per amore di verità, è allora utile chiamare in causa una fonte “neutra”, ossia i dati che a fine 2003 diramò l’allora Segretario di stato al lavoro. Ebbene, l’esponente del governo comunicò a sindacati e imprenditori che i contratti di consulenza registrati sul Titano erano 1500. L’unica risposta a questa domanda sta nell’assenza di indagini da parte degli organismi ispettivi. Quali e quanti controlli incrociati ha eseguito l’Ufficio del Lavoro con l’Ufficio del Registro e con gli altri organi ispettivi dello Stato? Controlli a più riprese sollecitati dal sindacato, perché sono oramai quotidiane le segnalazioni che ci arrivano dalle aziende. Ogni giorno decine e decine di lavoratori ci indicano la presenza di consulenti con mansioni da lavoro dipendente, in larga parte impiegati. Basterebbe frequentarli, i posti di lavoro. Allora si vedrebbe quante risate (amare) solleva quel numeretto di 160 consulenti ufficialmente registrato dall’Ispettorato del Lavoro e prontamente strombazzato dall’Anis. La realtà purtroppo è un’altra. E non a caso la Confederazione Democratica nella mozione finale del congresso di marzo, votata da oltre 500 lavoratori-delegati, si è assunta il preciso impegno di far partire una riforma del mercato del lavoro che affronti i nodi dei lavori atipici e della precarietà, pretendendo un sistema efficace e rigoroso di controlli che abbia a disposizione idonei strumenti e norme per tutelare la legalità e soprattutto i soggetti più deboli. E non a caso il nodo del precariato e dei contratti fantasma sarà uno dei punti chiave del nuovo contratto del settore industria in scadenza a fine anno. Un contratto che dovrà aprire una stagione di nuovi diritti. Proprio a partire da chi, e sono davvero tantissimi, sono costretti a lavorare con contratti usa-e-getta. |
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