San Marino, 12 giugno 2023. Il 12 giugno è la Giornata mondiale contro il lavoro minorile. L’edizione 2023 della Giornata, lanciata per la prima volta nel 2002 dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), è dedicata al tema Giustizia sociale per tutti. Porre fine al lavoro minorile! Secondo i dati Unicef-Ilo, sono 160 milioni i minori tra i 7 e 15 anni nel mondo coinvolti nel lavoro minorile.
Negli ultimi quattro anni c’è stato un incremento di 8,4 milioni di bambini costretti al lavoro minorile, dopo vent’anni di miglioramenti. Le cause sono i conflitti armati, l’impatto della pandemia Covid-19 e la crisi climatica. Tra il 2000 e il 2016 il lavoro minorile era diminuito: 94 milioni di bambini in meno. E ci sono circa 79 milioni di bambini impegnati in lavori potenzialmente pericolosi per la salute e lo sviluppo psicofisico e morale. Tutto questo nonostante la maggior parte degli Stati abbia ratificato la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e la Convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro.
In Europa, in un solo anno, oltre 200.000 bambine, bambini e adolescenti in più sono stati spinti sull’orlo della povertà, portando nel 2021 il numero totale di minori a rischio povertà a oltre 19,6 milioni, 1 bambino su 4. In Italia i minori in povertà assoluta sono 1 milione e 382 mila.
Secondo le stime dell’ultimo rapporto nazionale “Non è un gioco”, quasi 1 minore su 15 tra i 7 e i 15 anni, il 6,8% della popolazione totale in questa fascia d’età, svolge o ha svolto una attività lavorativa, una proporzione che sale a 1 minore su 5 se si considerano solo i 14-15enni. Tra questi ultimi, il 27,8% dei casi (circa 58mila adolescenti) riguarda lavori particolarmente dannosi per l’impatto sui percorsi educativi e il benessere psicofisico degli adolescenti coinvolti, essendo svolti in maniera continuativa durante il periodo scolastico, oppure in orari notturni o comunque percepiti da loro stessi come pericolosi.
«Per molti ragazzi e ragazze c’è una relazione stretta tra l’ingresso troppo precoce e prima dell’età consentita nel mondo del lavoro e l’abbandono scolastico. Un ingresso troppo precoce nel mondo del lavoro che può limitare o compromettere le aspirazioni sul futuro e il percorso di formazione e sviluppo professionale verso l’età adulta» ha spiegato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
«Se è vero che il lavoro minorile è l’altra faccia dell’abbandono scolastico, l’investimento sulla scuola e sulla qualità dell’istruzione è una risorsa primaria per prevenire questo fenomeno, e dobbiamo fare ogni sforzo per garantire il diritto all’istruzione» aggiunge Raffaela Milano.