Ghigliottina! Ghigliottina!
Beccari sotto accusa. Presto un Tribunale del Popolo lo accuserà di aver tradito gli interessi dei lavoratori pubblici. Certa la condanna.
San Marino, 1 giugno 2005
Contratti, veleni e patiboli. Il segretario della CDLS, Marco Beccari, sotto accusa per aver invitato a non bloccare i lavori del Consiglio durante gli scioperi a scacchiera nella PA.
Un invito a garantire i servizi essenziali come forma di rispetto verso le istituzioni e le regole della vita democratica, ma che per qualcuno ha rappresentato una ingerenza politica contro gli interessi dei lavoratori pubblici.
Ecco allora che sette-lavoratori-sette hanno deciso di spedire un fax ai giornali per annunciare (urbi et orbi) la nascita di una corrente trasversale alle due Confederazioni, definita (forse un po’ pomposamente?) Corrente Sindacale Alternativa (CSA).
Ma che dicono i sette? Che Beccari si è piegato al volere della politica e che la Corrente Sindacale Alternativa opererà per una “inderogabile moralizzazione di quella parte di sindacalismo insano”.
Proprio così: “sindacalismo insano”.
Ma non è tutto. La Corrente dei sette ha chiesto la convocazione di un’assemblea di tutti i quadri del pubblico impiego affinché il segretario della CDLS spieghi, pubblicamente, il perché dell’insano gesto.
Il che suona più o meno così: Beccari deve presentarsi davanti al Tribunale del Popolo per recitare pubblica abiura. E la condanna è praticamente certa: taglio della testa per alto tradimento. Ancora da stabilirsi data e luogo per allestire la ghigliottina.
Ma di certo l’esecuzione avrà un’eco internazionale. Per la Corrente Sindacale Alternativa (CSA) non mancheranno titoloni sui giornali di mezzo mondo e interviste a go-go su tutte le tivù. E i Palazzi della politica tremeranno.
“Ghigliottina!Ghigliottina!”, l’urlo di guerra dei sette della CSA rimbomberà da Domagnano a Roma, da Parigi a Tokyo, da New York a Berlino. Quel che rimane della CSU sarà spazzata via. Molte altre teste rotoleranno, forse qualcuno si salverà (I bookmaker britannici accettano scommesse).
Non certo però i dipendenti pubblici, perché in tutto questo trambusto chi mai si ricorderà di firmare il rinnovo del contratto?