Fughe in avanti
Sulle pensioni c’è l’altolà della CDLS: prima di avviare l’iter in Consiglio la legge va discussa con i lavoratori.
San Marino, 31 maggio 2005
Nessuna fuga in avanti sul terreno della riforma previdenziale. E’ la principale preoccupazione emersa nel Consiglio Confederale della CDLS, riunitosi nella mattinata di martedì 31 maggio.
Il vertice sindacale ha seguito con molta partecipazione la relazione del segretario generale, Marco Beccari, relativa all’ultimo incontro tecnico con la delegazione del governo e gli esperti previdenziali di lunedì 31 maggio dedicato appunto alla riforma delle pensioni.
Molto apprezzato il contributo del consulente CDLS, Raffaele Bruni, che ha contribuito a chiarire molti aspetti di natura squisitamente tecnica, che aiuteranno la Confederazione Democratica nelle future scelte di fondo per aggiornare il nostro sistema pensionistico.
Va comunque sottolineato che, al di là degli incontri tecnici, ancora manca una proposta di legge organica per poter affrontare l’argomento in maniera dettagliata.
In ogni caso, dopo un serrato dibattito, sono quattro i punti che il Consiglio Confederale della CDLS ritiene indispensabili per proseguire sul terreno delicato della riforma previdenziale.
Punto uno. Ferma contrarietà all’intenzione del governo di presentare in prima lettura il progetto di riforma entro il mese di giugno. Senza cioè garantire la possibilità di completare il confronto e senza dare modo al sindacato di consultare i lavoratori e i pensionati, passaggio obbligatorio per approdare ad una riforma condivisa e partecipata.
Punto due. Indispensabile confermare, come emerso nell’ultimo incotnro con il governo, la centralità del sistema a ripartizione. Sistema che va integrato da un secondo pilastro attraverso un fondo a capitalizzazione di natura collettiva e contrattuale.
Punto tre. Mantenimento dei diritti acquisti attraverso una progressione e gradualità degli interventi di riforma. Elemento, questo, finora non sufficientemente recepito dalla delegazione governativa.
Punto quattro. Necessità di abbinare alla compatibilità economica una compatibilità sociale. In sostanza: la riforma delle pensioni non può essere ridotta a semplice materia ragionieristica, ma deve tenere conto del complesso impatto sociale che incide direttamente sulla vita di migliaia di persone.
Il Consiglio Confederale rimarca infine con forza l’importanza di avviare l’iter consigliare solo al termine di un ampio confronto e dibattito con i lavoratori e nel paese. Se dovessero verificarsi forzature, ovvero se il progetto di legge fosse presentato in prima lettura entro giugno, sarà inevitabile mettere in campo quanto necessario a contrastare una riforma calata dall’alto.