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Frontalieri-tax, problema dimenticato

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Al via lunedì 9 febbraio il confronto governo-sindacato sul mercato del lavoro. Due le urgenze: la doppia imposizione fiscale e le regole sui lavori atipici

San Marino, 7 febbraio 2004

Tra un mese scatta la doppia imposizione fiscale per migliaia di lavoratori italiani occupati in Repubblica, che intende fare il Congresso di Stato? Questo l’interrogativo più stringente che lunedì 9 febbraio il sindacato porrà al tavolo del confronto sul mercato del lavoro.

“In questo momento la doppia tassa è il problema numero uno della nostra economia – afferma Giorgio Felici, vice segretario della CDLS – e dal versante governativo tutto tace. La frontalieri-tax provocherà un salasso ai bilanci familiari quasi 6 mila lavoratori, ripercussioni sulla gestione dei contratti collettivi, sul sistema previdenziale e sul mercato occupazionale ma ancora non sappiamo se nella bozza sammarinese dell’accordo di cooperazione economica esista o meno un capitolo dedicato alla fiscalità dei frontalieri. Non sappiamo neppure quali passi diplomatici la Segreteria di Stato agli Esteri intenda fare per chiedere all’Italia non la Luna, ma il semplice rispetto degli impegni internazionali sottoscritti con la convenzione bilaterale del 2002. Impegni che prevedevano una proroga della doppia tassazione fino alla ratifica della convezione bilaterale e il varo di una legge ordinaria per disciplinare la materia fiscale. Entrambi questi impegni non sono stati mantenuti, ma tutti tacciono: tace il Congresso di Stato, tacciono le forze politiche di maggioranza e di opposizione, tacciono le associazioni imprenditoriali, Anis in testa”.

Altro nodo da sciogliere al tavolo del confronto con il governo è quello del rispetto delle regole anti-precarietà relative ai lavori atipici. Giorgio Felici ricorda che “l’ultimo contratto dell’industria ha introdotto precisi regolamenti che disciplinano il ricorso dei lavoro interinali e dei rapporti di consulenza, ma spesso queste regole vengono aggirate”.

Ed è il fenomeno delle consulenze a sollevare le maggiori preoccupazioni. “Su circa 13mila lavoratori del settore privato i contratti interinali interessano circa 200 persone, mentre il ricorso ai contratti di consulenza è ben più massiccio. Dati in nostro possesso – rivela il dirigente sindacale – ci dicono che sono almeno 2 mila i consulenti assunti in Repubblica. E la grande maggioranza di questi contratti sono fasulli, perché le aziende assumono formalmente dei consulenti che poi nella realtà svolgono mansioni da lavoratore dipendente. In barba a qualsiasi regola

 
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