Frontalieri, nuove proposte su fisco e diritti
La CSU sta valutando alcune ipotesi per superare in prospettiva il peso della doppia imposizione.
San Marino, 8 giugno 2004
Doppia fiscalità e diritti contrattuali dei lavoratori frontalieri, continua il confronto tra CSU, governo e associazioni imprenditoriali. Intanto la CSU avanza proposte per alleggerire il peso fiscale sui redditi dei frontalieri.
E su questi temi è in programma alle 12,30 di domani, mercoledì 9 giugno, un incontro con Mauro Zani, candidato dell’Ulivo per le elezioni europee presso al sede provinciale dei DS a Rimini.
Nel pomeriggio di lunedì 7 giungo si è svolto un faccia a faccia tra sindacato, governo e imprese sulle tematiche del frontalierato. Un incontro che doveva servire alla delegazione sammarinese che incontrerà quella italiana il prossimo 14 giugno sull’accordo bilaterale, per mettere a punto la propria posizione rispetto alla questione frontalieri, tenendo conto dei contributi delle parti sociali.
TRATTAMENTO FISCALE – In tema di trattamento fiscale, la CSU ha purtroppo dovuto prendere atto della impossibilità di evitare – per i redditi del 2003 – l’ingiusta penalizzazione della doppia imposizione. Questo è avvenuto in quanto – nonostante l’impegno incessante e le numerose iniziative del sindacato e del Comitato Frontalieri della CSU – alle disponibilità e alle rassicurazioni espresse dai politici italiani, in realtà non ha fatto seguito nessun atto concreto.
Nel manifestare tutta la propria insoddisfazione, la CSU sta continuando a valutare e ad approfondire tutte le strade possibili per far sì che in prospettiva non debba più gravare sui frontalieri il peso attuale della doppia imposizione fiscale.
In primo luogo, considerando che tutti i frontalieri italiani – ad esclusione di quelli che lavorano in Svizzera e in Vaticano – pagano le tasse nel loro paese, con l’abbattimento degli 8mila euro sul reddito lordo, per la CSU non si giustifica che oltre a tale prelievo fiscale l’Italia incassi dall’ISS anche il rimborso forfetario per le prestazioni sanitarie (“quota capitaria”, pari a circa 170 euro mensili per ogni lavoratore).
Pertanto, qualora da parte italiana non vi fosse la disponibilità ad approvare in tempi brevi la legge ordinaria prevista dalla Convenzione del 2002 tra San Marino e Italia, con abbattimenti ben più sostanziosi rispetto agli attuali 8mila euro, la CSU ha ipotizzato la possibilità di utilizzare la somma che San Marino versa all’Italia per rimborsare ai frontalieri stessi – almeno parzialmente – il peso della pressione fiscale italiana.
DIRITTI CONTRATTUALI – La delegazione del Governo ha altresì illustrato la proposta che l’Italia ha fatto pervenire sul tema dei diritti dei frontalieri. Tale proposta prevede la parificazione di trattamento normativo e contrattuale tra sammarinesi e lavoratori non residenti.
La CSU ha espresso condivisione per tale proposta, con l’unica eccezione per quanto riguarda il diritto di accesso al mercato del lavoro sammarinese: infatti, per il sindacato la priorità nelle assunzioni e nella ricollocazione devono sempre averla i cittadini sammarinesi e residenti.
Rispetto alla proposta italiana, le associazioni di categoria hanno invece confermato la loro posizione, volta al mantenimento dei rapporti di lavoro a tempo determinato, motivando ciò con presunte esigenze di “flessibilità”, assolutamente non condivise dal sindacato, in quanto la stessa flessibilità è ben altra cosa…
Per la CSU, la parità dei diritti tra lavoratori residenti e non residenti, deve prevedere anche l’estensione ai frontalieri degli ammortizzatori sociali (es. cassa integrazione, mobilità, ecc.) in caso di perdita del posto di lavoro. I relativi costi, per il sindacato devono essere posti a carico dell’impresa, oppure – come già previsto dalla convenzione italo-sammarinese del 1974 – almeno parzialmente a carico dall’INPS.
Il Governo sammarinese, pur partendo da una posizione simile a quella degli imprenditori, ha espresso l’intenzione di portare avanti la trattativa con l’Italia su tutti gli argomenti che riguardano i frontalieri: fisco, diritti contrattuali, previdenza. Ciò, lasciando intendere che vi è comunque la disponibilità a considerare favorevolmente la possibilità di giungere alla trasformazione a tempo indeterminato dei rapporti di lavoro dei frontalieri.
Il sindacato ritiene che il tema della stabilità dei rapporti di lavoro vada affrontato esclusivamente a San Marino, per togliere alla parte italiana qualunque eventuale “alibi” per mantenere – di fatto – la doppia imposizione fiscale.
Nel complesso, la CSU conferma il massimo impegno nei confronti di tutte le istituzioni sammarinesi e italiane per affermare – sia sul piano fiscale che normativo-contrattuale – i diritti complessivi dei lavoratori non residenti.