Fiducia dei consumatori in discesa
L’indice Isae di novembre segna una frenata. Anche sul Titano cala lo shopping e aumenta il risparmio
San Marino, 24 novembre 2004
A novembre dopo cinque mesi di rialzi consecutivi l’indice che misura la fiducia dei consumatori italiani torna a scendere. E anche a San Marino i dati segnano una netta propensione al risparmio.
Il calo delle fiducia emerge dall’indagine congiunturale dell’Isae (istituto studi e analisi economica): l’indice destagionalizzato è calato a 103,9 dal 105,6 segnato a ottobre.
Secondo l’Istituto di ricerca i consumatori rimangono prudenti circa la convenienza e le prospettive di acquisto di beni durevoli, dalla macchina agli elettrodomestici. Vedono invece favorevolmente la convenienza presente e le prospettive future di risparmio.
In lieve discesa anche l’indice relativo alla situazione personale degli intervistati, sceso da 109,6 a 109,4. Sale il numero di coloro che danno valutazioni sfavorevoli sul bilancio familiare e sulla convenienza ad acquistare beni durevoli.
Rinuncia ai grossi acquisti nel breve termine il 76 per cento degli intervistati (contro il 67% precedente). E sale all’86% (dal 79% di ottobre) la percentuale di coloro che escludono l’acquisto di un auto nei prossimi 12 mesi.
Più formiche che cicale anche sul Titano.
Le cifre fornite dall’Ufficio Statistica e dalla Banca Centrale indicano infatti che i comportamenti dei consumatori sono più rivolti al risparmio. Con il passaggio dalla lira all’euro, le famiglie che accantonano dall’11 al 20 per cento del loro reddito sono passate dal 63 al 69%. Con preferenza per i depositi bancari, seguiti da titoli e azioni. Al terzo posto c’e’ ancora il vecchio mattone.
La Banca Centrale conferma questo andamento con un incremento del 5,5% della raccolta diretta da gennaio ad agosto 2004.Nel dettaglio, il 69% delle famiglie sammarinesi risparmia una media del 24,42% del reddito. Il che equivale ad un risparmio di 24 euro e 42 centesimi ogni 100 euro guadagnati.
ECCO l’INCHIESTA DELL’ISTITUTO DI STUDI E ANALISI ECONOMICA SUI CONSUMATORI ITALIANI
Secondo l’inchiesta condotta dall’ISAE su un campione di 2000 intervistati tra il giorno 2 e il 15 del mese, dopo cinque mesi consecutivi di crescita, la fiducia dei consumatori italiani ripiega a novembre, portandosi in termini destagionalizzati a 103,9 (da 105,6 di ottobre). La fiducia permane tuttavia su livelliì superiori a quelli medi del terzo trimestre dell’anno.
Un assestamento di analoga entità è registrato anche dall’indice grezzo che passa a 102 da 103,7. L’indice
destagionalizzato e corretto anche per i fattori erratici, che risente maggiormente dei passati andamenti della serie storica, segna infine una sostanziale invarianza, posizionandosi a 104,4 (103,3 in ottobre). Il risultato di sintesi è tuttavia frutto di differenti percezioni nelle variabili: un deterioramento marcato emerge nelle opinioni riguardanti, da un lato, il quadro
economico generale e, dall’altro, la situazione presente, il cui sotto-indice passa da 104,3 a 101,4. Le valutazioni sulla situazione personale segnano invece una sostanziale stazionarietà, mentre segnali di ottimismo emergono circa le prospettive future, che migliorano da 104,4 a 106.
Tra le variabili che non sono comprese nella definizione di fiducia, si riaccendono timori riguardo alla dinamica inflazionistica presente, pur non confermati nelle percezioni attese, che permangono stazionarie. Si accentua infine la prudenza circa le prospettive di acquisto di beni durevoli.
Quadro economico generale
A novembre, l’indice destagionalizzato del clima di fiducia relativo al solo quadro economico generale, al netto dei fattori stagionali, scende a 91,5 (da 94,8). In particolare, i consumatori esprimono valutazioniì nettamente più pessimistiche riguardo alla situazione economica attuale del paese (il relativo saldo destagionalizzato scende da -89 a -104) e manifestano qualche apprensione anche riguardo alle attese sulla disoccupazione, che aumentano da 34 a 40 in termini di
saldo. Le previsioni a breve termine circa l’evoluzione della situazione economica del paese appaiono invece favorevoli: il relativo saldo recupera da -17 a -13. I recenti rincari del prezzo del petrolio probabilmente cominciano a manifestare i propri effetti negativi sulle valutazioni presenti della dinamica inflazionistica: il saldo ponderato grezzo relativo ai giudizi sui prezzi negli ultimi 12 mesi interrompe infatti la sua discesa eì balza a 94 (da 69 di ottobre) ritornando sui valori dell’agosto scorso. In particolare, aumenta dal 21 al 35% la quota di quanti ritengono che i prezzi siano aumentati “molto” nell’ultimo anno, e di converso diminuisce dal 19 al 12% quella di chi li ritiene stabili.
Le attese inflazionistiche per i prossimi dodici mesi permangono invece nel complesso sostanzialmente stabili, con il relativo saldo ponderato grezzo che scende da -39 a -37.
Situazione personale
In ottobre, l’indice relativo alla sola situazione personale degli intervistati – al netto dei fattori stagionali – scende lievemente, a 109,4 da 109,6, permanendo in prossimità dei valori più alti dell’anno.
Il risultato è sintesi di andamenti differenti delle variabili componenti il sotto-indice. Sfavorevoli appaiono tutte le valutazioni circa la famiglia e i beni durevoli, mentre positive sono quelle sul risparmio. In particolare peggiorano i giudizi sul bilancio familiare, il cui saldo scende da 8 a 4, rafforzate dal maggior
pessimismo circa la situazione della famiglia, sia presente (-53 il saldo; era -45 in ottobre), sia, in misura minore, futura (-8 il saldo; -5 nella scorsa rilevazione). I consumatori tornano inoltre ad essere pessimisti sulla convenienza presente ad acquistare beni durevoli: dopo il recupero di ottobre, il saldo ponderato al netto dei fattori stagionali infatti passa da -95 a -101, sui livelli medi del corrente anno.
Coerentemente, si amplia dal 67 al 76% la quota di quanti escludono con certezza di effettuare acquisti nel breve termine, anche se aumenta leggermente (dal 2 al 4%) la quota di quelli che intendono acquistare in misura maggiore rispetto al passato, ed il relativo saldo recupera da -5 a -1. Inoltre, la quota di quanti escludono “con certezza” l’acquisto di un’autovettura nei prossimi dodici mesi si amplia all’86% (era pari al 79% in ottobre); circa l’abitazione, l’analoga quota riguardo l’acquisto passa dall’89 al 94% e, per quanto concerne le spese straordinarie di manutenzione e miglioria, sale dall’83 all’86%. A fronte di indicazioni complessivamente negative relative ai beni durevoli, i consumatori esprimono
d’altra parte valutazioni di maggiore convenienza presente e migliori possibilità future di risparmio, con i
relativi saldi che aumentano infatti, da 74 e -75, rispettivamente, a 82 e -57.
II – L’INCHIESTA ARMONIZZATA U.E.
NELL’AREA DELL’EURO E LE INCHIESTE SUI
CONSUMATORI AMERICANI
Ottobre e prime anticipazioni per novembre
Nella media dei paesi dell’area dell’euro la fiducia dei consumatori scende leggermente ad ottobre,
attestandosi comunque sui valori medi dell’anno1. Secondo le prime anticipazioni diffuse dall’Università
del Michigan per il mese di novembre, la fiducia dei consumatori americani è invece prevista in risalita
rispetto al mese di ottobre.
In maggior dettaglio, nella media dei paesi dell’area dell’euro l’indice registra ad ottobre un lieve calo, portandosi a -14, da -13 del mese precedente, frutto di un peggioramento generalizzato di tutte le
componenti della fiducia. In particolare, per quanto riguarda il mercato del lavoro, sale, seppur leggermente, la quota degli intervistati che si attendono un aumento della disoccupazione nei prossimi mesi (con il relativo saldo che si porta da 28 a 29). Tra gli indicatori che, nella definizione della Commissione, non compongono il clima di fiducia rimangono
invariati rispetto al mese precedente sia i pareri sull’attuale convenienza all’acquisto di beni durevoli sia le prospettive di spesa nei prossimi mesi, in un contesto caratterizzato da un consolidamento delle prospettive di affievolimento delle tensioni inflazionistiche (da 8 a 7 il relativo saldo).
Tra i principali paesi, in Germania il clima di fiducia peggiora ad ottobre, portandosi a -18, da -16 del
mese precedente, risultato anche in questo caso di un deterioramento generalizzato di tutte le componenti del clima di fiducia. In particolare, peggiorano le attese sulla situazione economica generale del paese e le
prospettive sull’andamento del mercato del lavoro
Dal lato dei prezzi, anche in Germania, i consumatori si attendono un leggero indebolimento della dinamica inflazionistica.
Nel gennaio 2004 la Francia ha rivisto il questionario per una migliore armonizzazione della propria inchiesta, determinando un break strutturale nelle proprie serie. Pertanto, i dati francesi non sono destagionalizzati né pienamente confrontabili con quelli degli altri paesi, influenzando conseguentemente anche il valore relativo alla media dei paesi dell’area dell’euro.
Per quanto riguarda la Francia, invece, il clima di fiducia rimane invariato ad ottobre rispetto al mese precedente (a quota -11), mantenendosi comunque sui massimi dell’anno: peggiorano le aspettative dei consumatori francesi sulla situazione economica generale del paese, ma recuperano leggermente le future possibilità di risparmio. Inoltre, scende la quota
di coloro che si aspettano un aumento della disoccupazione nei prossimi tre mesi. Dal lato dei prezzi, in Francia (come in Germania e nella media dell’area dell’euro) si consolidano ad ottobre le aspettative di un indebolimento delle spinte
inflazionistiche. In Spagna, invece, l’indice recupera leggermente ad ottobre, attestandosi a -12, da -13 del mese precedente, frutto di un miglioramento di quasi tutte le componenti del clima di fiducia, ad eccezione delle
prospettive circa l’andamento del mercato del lavoro (il relativo saldo resta infatti invariato a 15, come nel mese precedente). In particolare, i consumatori spagnoli appaiono meno pessimisti circa le future possibilità di risparmio: il relativo saldo si attesta infatti a -25, da -29 di settembre. Dal lato dei prezzi, in Spagna (a differenza di quanto segnalato per la Francia, la Germania e la media dei paesi dell’area dell’euro) si registrano nuove tensioni inflazionistiche, con il saldo
che balza a 22, da 17 del mese precedente. Negli Stati Uniti, secondo le indicazioni del Conference Board, l’indice di fiducia dei consumatori si attesta ad ottobre a 92,8, in calo rispetto a 96,7 dello scorso mese: peggiora il sottoindice relativo alla situazione corrente (da 95,3 a 94,2), ed in misura più marcata quello relativo alle sole aspettative (92, da
97,7). Secondo le prime anticipazioni diffuse dall’Università del Michigan per il mese di novembre, la fiducia dei consumatori americani è prevista risalire a quota 95,5, grazie ad una ritrovato ottimismo riguardo la situazione economica generale del paese.
ISTITUTO DI STUDI E ANALISI ECONOMICA
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