Europa: accordo sull’occupazione giovanile
Un programma per garantire che i giovani sotto i 25 anni non vengano esclusi dal mercato del lavoro. In seguito all’accordo raggiunto presso il Consiglio europeo per l’occupazione e gli affari sociali, gli Stati membri si dovranno impegnare a mettere in pratica misure che garantiscano un’offerta di lavoro, di formazione o di apprendistato entro quattro mesi dall’ultima occupazione o dalla conclusione del periodo formativo. L’approvazione della misura denominata “Youth Guarantee”, proposta dalla Commissione Europea nel dicembre scorso nell’ambito di un pacchetto di raccomandazioni tese ad affrontare la difficile questione della disoccupazione giovanile, è stata salutata con entusiasmo sia dallo stesso presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, sia da László Andor commissario europeo per l’occupazione, gli affari sociali e l’integrazione.
L’Europa si muove dunque in maniera concreta su quella che da più parti, a partire dall’ILO, è sempre stata considerata una priorità per tutto il Vecchio Continente e un’emergenza per alcuni Stati membri in particolare. Secondo i dati della stessa Commissione, ben il 23,4% dei giovani sotto i 25 anni sarebbe disoccupato con punte del 55% in Grecia e Spagna. Si tratta di 5,7 milioni di giovani a cui vanno aggiunti anche quelli che, oltre ad essere disoccupati, non sono attualmente impegnati ne in programmi di educazione ne di formazione professionale. Il conto, molto salato, è dunque di 7,5 milioni di ragazzi che rischiano l’emarginazione dal mercato del lavoro con conseguenze gravissime per il loro stesso futuro e per quello del tessuto sociale europeo. L’esclusione dei giovani dal mercato del lavoro rappresenta, d’altro canto, un costo per gli stessi Stati: secondo gli ultimi studi di Eurofound la mancata inclusione della forza lavoro giovanile equivarrebbe alla perdita di oltre 150 miliardi di euro, ovvero l’1,2% del PIL europeo, stima che nel caso dell’Italia raggiungerebbe addirittura il 2% del PIL.
Il sistema di garanzia per i giovani europei viene approvato dunque in un momento particolarmente difficile con la speranza che le misure possano effettivamente invertire la tendenza in atto. L’esperienza di paesi quali l’Austria e la Finlandia, tra i primi ad adottare schemi di garanzia per i giovani, sembra essere di buon auspicio, considerando i tassi di disoccupazione particolarmente bassi. Il sistema prevede il coinvolgimento di università, parti sociali, centri di educazione e formazione oltre al confronto con i rappresentanti dei giovani, la condivisione delle buone pratiche e la partnership pubblico-privato. Per raggiungere questi obiettivi la Commissione ha messo sul tavolo circa 6 miliardi di euro per il periodo 2014-2020 destinati ai Paesi dove la disoccupazione giovanile è superiore al 25%. Il supporto dell’Europa è però solo il punto di partenza per un’azione decisa e concertata, come ha sottolineato Andor: “È ora cruciale — ha spiegato il commissario europeo — che gli Stati membri mettano urgentemente in pratica misure per realizzare pienamente lo schema di garanzia per i giovani per riportarli nel mercato del lavoro; i fondi dell’Europa possono aiutare ma anche gli Stati devono investire i loro soldi per evitare costi più alti in futuro”.
E l’ultima parola spetterà proprio agli Stati membri considerando che l’accordo, che verrà formalmente adottato nei prossimi mesi, esprime una forte determinazione politica ma non è vincolante, come ha sottolineato il presidente della Commissione Europea Barroso: “Con questo accordo i giovani hanno una possibilità reale per un futuro migliore; chiedo a tutti gli Stati membri di trasformare questo accordo in azioni concrete al più presto”.
In seguito alla crisi internazionale, l’ILO è stata fra le prime organizzazioni a lanciare un allarme sull’occupazione giovanile denunciando come, a livello globale, un giovane ha tre possibilità in più di un adulto di rimanere fuori dal mercato del lavoro. Di fronte a dati allarmanti che parlano di oltre 75 milioni di giovani disoccupati nel mondo, l’ILO ha adottato, nel giugno del 2012, una Risoluzione richiamando i governi ad un’azione decisa per contrastare l’aumento della disoccupazione giovanile. L’ILO ha inoltre lanciato il Programma per l’Occupazione Giovanile (YEP) che, attraverso l’apporto tecnico di oltre 60 uffici nel mondo, intende offrire il suo supporto nell’ideazione e nell’applicazione di politiche specifiche per l’aumento dell’occupazione giovanile. Rilevante, in questo senso, lo strumento del Network per l’Occupazione Giovanile (YEN) una rete attiva per la promozione di buone pratiche, progetti pilota, costruzione di partnership e per la condivisione delle informazioni.
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