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Dopo vent’anni cala il numero dei frontalieri

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Pronti i primi dati del Rapporto sull’occupazione elaborato dall’Ufficio Studi della CDLS.

San Marino, 16 gennaio 2004

Dopo 15 anni di crescita ininterrotta, con picchi annuali di 500 ingressi, nel 2003 il numero dei frontalieri è calato di quasi 100 unità. Lo dice il tradizionale “Rapporto sull’occupazione” elaborato annualmente dall’Ufficio Studi della CDLS.

Il Rapporto sarà pubblicato entro il mese di febbraio 2004, ma intanto il responsabile dell’Ufficio Studi, Giorgio Busignani, anticipa alcuni dati relativi al mercato occupazionale privato.

Ecco le anticipazioni del dossier sull’occupazione.
La novità che si legge fra i numeri dell’occupazione del settore privato del 2003, è quella riguardante il modesto aumento occupazionale e la riduzione dei frontalieri. I posti di lavoro infatti sono aumentati di 285 unità pari al 2,2%. Si tratta di un dato in linea con quello del 2002, anno in cui si era registrato il peggior risultato degli ultimi 15 anni. Si tratta di indicazioni che, inevitabilmente, seminano interrogativi sul futuro, si è infatti arrestata la fase di forte espansione economica, così come l’abbiamo conosciuta negli ultimi anni.

Tuttavia il fatto nuovo riguarda i frontalieri, i quali per la prima volta dalla fine degli anni ’80 quando questo fenomeno ha assunto un peso significativo, (con una media di 400 ingressi all’anno) sono diminuiti: per la precisione sono calati di 95 unità. Le cause di tale decremento sono molteplici: sicuramente ha inciso la stagna-zione economica in atto. Inoltre il lavoro della commissione collocamento, teso a salvaguardare l’occupazione dei sammarinesi, ha prodotto risultati significativi. Non ha caso l’occupazione di sammarinesi e residenti è cresciuta di 370 unità.

Pesano poi i numeri dei cosiddetti lavori atipici: un vero e proprio mercato parallelo in continua espansione, una zona grigia che sfugge a qualsiasi statistica. La denuncia del vicesegretario Giorgio Felici sull’aggiramento delle norme sui contratti di collaborazione, è emblematica: in Repubblica sono circa 2.000 i lavoratori assunti con contratti di consulenza, ma la maggior parte di questi svolgono mansioni da lavoro dipendente.
Sono da mettere in conto inoltre le richieste di frontalieri inevase e l’introduzione della doppia imposizione fiscale che evidentemente fa perdere di interesse l’offerta occupazionale sammarinese.

Rimane il fatto che si è registrata una inversione di tendenza, che se confermata nei prossimi anni, potrebbe modificare sostanzialmente le dinamiche interne al no-stro mercato del lavoro e del sistema previdenziale.
Analizzando i dettagli occupazionali relativi ai settori, si rileva un aumento di oltre 100 unità nel comparto industriale, numero che assume un particolare significato visto le numerose crisi aziendali che si sono registrate nel corso del 2003. In crescita anche le banche, il settore trasporti e quello dei servizi.

Cala l’occupazione invece nel settore edile e nel commercio. In quest’ultimo settore si è registrata una flessione dell’1,1% che a fronte di anni con sostanziosi aumenti rappresenta una spia di allarme sullo stato di salute del settore.
I lavoratori a tempo determinato, a causa della diminuzione dei frontalieri scendono a 5.746 unità, corrispondenti al 43,6% degli occupati totali, ma contemporaneamente crescono i sammarinesi con contratto a tempo determinato, i quali passano da 365 a 415 unità.