Curva Sud
Diritto di sciopero e Istanze d’Arengo. Giorgio Felici (CDLS) avverte: “Pericoloso seminare nuove divisioni”.
San Marino, 4 ottobre 2005
Curva Sud contro Curva Nord. Il segretario industria della CDLS, Giorgio Felici, sottolinea il rischio di trasformare le relazioni industriali in uno scontro tra tifoserie.
L’occasione è quella della presentazione delle tre Istanze d’Arengo sulla regolamentazione del diritto di sciopero.
“E’ da tempo – avverte Giorgio Felici – che il confronto sindacati-imprese ha imboccato la strada del muro contro muro, con il culmine toccato durante l’ultima stagione contrattuale: oltre 90 ore di sciopero e tre mobilitazioni generali. Un segnale inequivocabile sul cattivo stato delle nostre relazioni industriali, sulla scarsa qualità dei rapporti tra le parti sociali. Ed ora ecco le tre Istanze d’Arengo che chiedono un giro di vite sul diritto di sciopero”.
“Per carità – continua il segretario industria della CDLS – non è in discussione la legittimità delle tre petizioni popolari, ma nutro forti dubbi sulla loro reale efficacia. Anzi: il rischio è ora quello di spostare a livello istituzionale i torti e le ragioni di un aspro conflitto sociale, cercando inutili risposte burocratiche (regole e divieti) alle contraddizioni e alle difficoltà che hanno segnato le recenti trattative contrattuali”.
Secondo Giorgio Felici le tre Istanze d’Arengo “sono figlie di una lunga stagione conflittuale, ma sicuramente non aiutano a superarla”: “Posso capire che qualche partito sia interessato ad esasperare ancora di più i toni, a cogliere l’occasione dei blocchi stradali per seminare nuove divisioni e alimentare polveroni, ma questo rientra in una pura logica di scontro politico che non c’entra nulla con il rapporto tra sindacato e associazioni imprenditoriali, con il deficit di dialogo emerso durante le vertenze contrattuali e con le proteste dei lavoratori”.
“Il problema che abbiamo di fronte è semmai quello di uscire dalla logica dello scontro sempre e comunque, dalla sindrome della contrapposizione tra tifoserie: Curva Sud contro Curva Nord. C’è insomma bisogno di meno conflittualità e più dialogo, per questo sono convinto che il sindacato per primo debba scrollarsi di dosso qualche eccesso corporativo e rilanciare responsabilmente il confronto con le forze imprenditoriali. Più che tornare a dividerci sui blocchi stradali, vanno rimossi i motivi dei conflitti e affrontare insieme l’agenda delle priorità del nostro sistema economico. Ci sono impegni contrattuali da gestire, il contratto dell’Unione Artigiani ancora da chiudere, la riforma delle pensioni da migliorare e quella fiscale tutta da scrivere. Insomma: più che mettere in discussione il diritto allo sciopero a colpi di divieti, meglio, molto meglio, discutere di crescita e sviluppo della nostra economia”.