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CSU A BRUXELLES: I CONTRATTI SONO UN ARGINE ALL’INFLAZIONE

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Bruxelles, 27 ottobre 2022. Si sono aperti stamattina a Bruxelles i lavori del Comitato Esecutivo della Confederazione Europea dei Sindacati (CES). Al vertice nella capitale belga partecipano Stéphane Colombari (Segretario FUCS CSdL) e Gianluigi Giardinieri (Segretario Generale aggiunto della CDLS). L’agenda della riunione è fitta di argomenti di rilevante importanza politico-sindacale, è una preziosa occasione di confronto tra le forze sindacali europee, in un contesto nel quale si stanno addensando forti preoccupazioni legate alla recrudescenza delle minacce nucleari russe ed alla mancanza di segnali di pace nella vicenda dell’aggressione russa all’Ucraina.

Ma ad indirizzare gli interventi dei presenti non sono solo i temi legati a quanto accade nell’est dell’Europa: sotto accusa ci sono soprattutto l’inflazione, che sta distruggendo il potere di acquisto delle famiglie, collegata all’aumento incontrollato dei prezzi dei beni di prima necessità; le inaccettabili speculazioni internazionali, realizzate tramite una piccola “borsa energetica” olandese, che interessano il settore del gas ed i relativi giganteschi guadagni realizzati da pochi soggetti sulle spalle di milioni di famiglie. Sotto accusa a livello europeo anche la mancanza di recupero del potere di acquisto dei lavoratori e dei pensionati, l’insufficiente rinnovo dei contratti e la mancanza di tutele ed interventi – a livello di Unione Europea – a favore delle situazioni familiari più deboli e fragili.

Il Segretario Generale Luca Visentini nella sua relazione ha evidenziato con forza tutti questi aspetti ed ha sottolineato che è inaccettabile la mancanza di risposte tempestive e concrete e di aiuti solidali alle fasce di popolazione più vulnerabile da parte dell’Unione Europea: è giunto il tempo di passare dal tempo dei confronti a quello delle azioni concrete. Se le istituzioni europee ed i Governi dei Paesi membri non interverranno prontamente, il rischio è la disaffezione della popolazione verso la democrazia e la crescita della protesta sociale fomentata dalle forze populiste, sovraniste e antidemocratiche. Il Sindacato europeo deve assumersi l’impegno di riqualificare e rilanciare la democrazia, dando speranze ai cittadini europei.

E’ ampia la condivisione dei temi evidenziati nella relazione del Segretario Generale CES da parte dei Delegati presenti, tra cui gli esponenti dei Sindacati italiani CGIL- CISL e UIL. Dai Delegati di molti Paesi presenti alla riunione si evidenziano attacchi alla contrattazione collettiva ed ai diritti dei lavoratori così come l’insufficiente copertura degli incrementi contrattuali rispetto alla perdita di acquisto dei salari e stipendi e la mancanza di strumenti di controllo dei prezzi e delle tariffe. Altro elemento di criticità è la mancanza di volontà dei vari Governi di intervenire fiscalmente per colpire gli extra profitti delle imprese energetiche (e non solo) ed attuare una concreta azione a contrasto dell’evasione e dell’elusione.

Partecipare al Comitato Esecutivo del Sindacato Europeo – interviene Gianluigi Giardinieri Segretario Generale aggiunto CDLS – ci consente di avere contezza delle rilevanti problematiche europee e dei singoli Paesi ed una preziosa occasione per confrontarci rispetto a dinamiche economiche e del mondo del lavoro che saranno determinanti per i prossimi confronti con il Governo. La parola d’ordine che è stata pronunciata con maggiore frequenza è ‘solidarietà’ unita alla necessità che le risorse siano di effettivo aiuto alle aziende ed alle famiglie e non vengano trasformate in dividendi o ulteriori speculazioni finanziarie ed arricchimenti a favore di pochi soggetti. Come era prevedibile ed auspicabile al centro dell’attenzione negli interventi dei delegati vi sono i temi sociali, quelli legati all’inflazione fuori controllo ed al costo dell’energia ed il conflitto che interessa i confini est dell’Europa”.

Puntualizza Stéphane Colombari Segretario FUCS CSdL: “In tutta Europa le organizzazioni sindacali e i lavoratori si stanno mobilitando per rivendicare, sia a livello nazionale che a livello continentale, una gestione della crisi economica che abbia prioritariamente l’obiettivo di tutelare le condizioni economico-normative dei lavoratori. La strada maestra da percorrere – come emerso da numerosi interventi – è quella del rafforzamento della contrattazione collettiva nazionale, che dovrà intervenire per limitare la crescente erosione del potere di acquisto delle fasce più deboli del mondo del lavoro. Come sta accadendo anche a San Marino, si rileva che da parte dei Governi si dimostra poca sensibilità sul versante dei rinnovi contrattuali, mentre da parte di alcune associazioni di categoria non si perde l’occasione per rallentare o ostacolare gli indispensabili e non più rinviabili adeguamenti economici”.

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