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Crisi di liquidità: i cittadini vanno tutelati

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Il responsabile dell’ASDICO-CDLS replica al presidente della BAC sulla proposta di un fondo interbancario.

San Marino, 18 Giugno 2004

Un fondo interbancario a tutela dei risparmiatori. La proposta lanciata dalla Confederazione Democratica fa discutere il mondo bancario e finanziario del Titano.

Sul quotidiano San Marino Oggi ha detto la sua Luigi Lonfernini, presidente del Cda della Banca Agricola Commerciale. In nome della diversità del sistema bancario sammarinese, Lonfernini in sostanza definito inadatta la proposta del fondo.

Ecco la replica del responsabile dell’ASDICO -CDLS Gianluigi Giardinieri.

“E’ con vero piacere e con grande attenzione che ho letto le considerazioni dell’Avv. Luigi Lonfernini riguardo al mio intervento, pubblicato dalla stampa sammarinese nei giorni scorsi, sulle inevitabili conseguenze negative per il “sistema paese” a causa di una “crisi di liquidità” nel comparto bancario-finanziario sammarinese.

Ritengo che l’avvio di un dibattito ed un confronto tra i vari attori (banche/finanziarie, consumatori, Governo), che sia di aiuto e di stimolo per affrontare tale delicata tematica, sia già un risultato più che positivo; quando poi – come in questo caso – gli interventi provengono da esponenti di rilievo del mondo bancario sammarinese, la discussione risulta sicuramente più qualificata e concreta.

Concordo su quanto detto riguardo al principio che ispira il rapporto tra risparmiatore ed istituto bancario (o finanziario), è essenzialmente un rapporto di fiducia e lo è tanto di più nel nostro Paese dove oltre al rapporto “commerciale” tra le parti si aggiunge molto spesso la conoscenza personale e diretta del dipendente, funzionario o dirigente.

Ma, come ben sappiamo, negli ultimi anni si sono sempre più affermate politiche di “budget” aggressive e fortemente finalizzate al raggiungimento di obiettivi economici, spesso proibitivi.
Tra il cliente-risparmiatore e le politiche di “budget” ci sono i dipendenti bancari, sempre più in difficoltà, da una parte nel cercare di ricambiare la fiducia riposta in loro dai clienti e dall’altra a soddisfare le richieste di raggiungimento degli “obiettivi” avanzate dalle Direzioni aziendali.

Questa forte competizione interna alle aziende e verso gli altri Istituti bancari e finanziari e la ricerca sfrenata del consenso da parte della clientela può, in prospettiva, portare ad una operatività troppo disinvolta o comunque tale da poter determinare un potenziale stato di crisi.

E’ allora fondamentale che a fare da arbitro, per definire i limiti invalicabili all’interno dei quali si svolge l’attività concorrenziale delle imprese bancarie e finanziarie, intervenga il Governo.
Come intervenire? Innanzitutto con l’emanazione di una normativa aggiornata e completa che regolamenti tutto il comparto (il già citato “Testo Unico” bancario e finanziario), i cui contenuti siano oggetto di verifica e condivisione con le controparti sociali ed economiche.

Con una più approfondita ed esauriente normativa che tuteli il risparmiatore riguardo alla trasparenza delle operazioni bancarie, all’obbligo per gli istituti bancari e finanziari di pubblicizzare mediante avvisi chiari e comprensibili, anche inviati al domicilio del cliente, sia le condizioni applicate che i rischi derivanti dalle operazioni di investimento; è necessario riguadagnare – con fatti concreti – la fiducia dei tanti risparmiatori traditi dai troppi crac finanziari.

Dopo anni di immobilismo concessorio nel comparto bancario, negli ultimi anni lo scenario sammarinese si è arricchito di nuove realtà bancarie, alcune delle quali hanno guadagnato fette di mercato non trascurabili; come e perché siano state concesse queste nuove licenze non cambia la sostanza delle cose. Queste nuove banche o finanziarie hanno raccolto risparmi, concesso affidamenti, aperto rapporti a migliaia di clienti – sammarinesi e non.

Compito delle autorità preposte al controllo è quindi di controllare, puntualmente e meticolosamente, che le norme vigenti siano rispettate e che i criteri di una sana e corretta gestione siano sempre attuati da parte delle Direzioni e degli amministratori.
Compito del Governo è quello di predisporre una “rete di protezione” nel caso che uno dei componenti del sistema vada in crisi, questo per tutelare sia i risparmiatori coinvolti che il “sistema paese”; è quanto chiediamo con forza da mesi mediante la creazione di un “Fondo Interbancario a tutela dei depositanti”.

Per concludere vorrei ribadire che è vero che “il nostro paese è diverso”, ma ritengo che le diversità presenti quali la carenza (o in qualche caso mancanza) di strumenti legislativi di tutela, di informazione e di trasparenza debbano essere oggetto di interventi immediati. Non credo che la patrimonializzazione e la indubbia maggiore solidità di banche operative da decenni possa bastare ad evitare comunque effetti rischiosi per tutti.

Il dibattito è comunque aperto, ritengo sia importante e costruttivo cogliere il contributo da parte di tutte le entità economiche – e non solo bancarie e finanziarie – e sociali”.

 
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