Coro di No alla precarietà
Oltre mille lavoratori hanno partecipato allo sciopero generale del settore industria. La FLI-CSU chiede una svolta nella trattativa per il contratto.
San Marino, 29 giugno 2005
Ancora in piazza per il contratto dell’industria e contro la precarietà. Oltre mille lavoratori hanno partecipato, mercoledì 29 giugno, alla manifestazione indetta dalla Federazione Lavoratori Industria della CSU.
In tanti sono saliti in Piazza della Libertà, rispondendo alle parole d’ordine che da mesi segnano la trattativa contrattuale: regole chiare per le assunzioni a termine e per frenare il diffondersi dei lavori precari, più certezze per i frontalieri e un nuovo contratto che tuteli le buste paga dal caro-vita.
Per la FLI-CSU l’ampia partecipazione allo sciopero generale è un nuovo messaggio di forza e coesione che il mondo del lavoro ha lanciato al governo e agli industriali. Ed è anche una robusta risposta alle pressioni ricattatorie che molte aziende hanno esercitato nei confronti di lavoratori con contratti a termine. Brilla il caso della COTES, con lettere di licenziamento già pronte per 16 frontalieri; ma in altre fabbriche il clima non è meno pesante, con minacce più o meno velate verso lavoratori precari che vogliono aderire alle iniziative sindacali.
I segretari della Federazione Lavorato Industria, Enzo Merlini e Giorgio Felici, hanno rilanciato con forza la necessità di imprimere una svolta alla trattativa contrattuale, che procede a rilento ormai da cinque mesi.
“Ci hanno definito degli irresponsabili – ha sottolineato Merlini – per gli scioperi di queste settimane, ma i veri irresponsabili sono gli imprenditori che hanno minacciato di licenziamento molti lavoratori in caso di sciopero. L’Anis non solo ricatta i lavoratori, ma anche il governo, facendo leva sulla sua debolezza”. A questo punto il segretario della FLI ha affermato: “Il governo faccia la sua proposta su tutti gli aspetti contrattuali, compresi gli aumenti economici, senza dividere i lavoratori tra figli e figliastri. Quella del governo è annunciata come una proposta ultimativa, del tipo: prendere o lasciare. Ma è bene che rifletta attentamente, perché se prendere dovesse significare calpestare i diritti di chi lavora, allora sarebbe meglio lasciare”.
Il segretario Felici ha puntato il dito contro “l’assordante silenzio” dei Palazzi della politica: “Migliaia di lavoratori scioperano da mesi per un giusto contratto, ma i rappresentati delle forze politiche hanno prodotto solo un assordate silenzio. Ci vuole più coraggio, perché gli 8 mila lavoratori dell’industria sono il traino della nostra economia, sono un’ampia fetta del paese reale e la politica non può occuparsi e preoccuparsi solo di Casinò, patenti e Long Drink”.
Duro poi l’attacco all’Associazioni Industriali: “Al tavolo della trattativa i vertici dell’Anis continuano a procedere a colpi di diktat. Più che una controparte interessata al contratto, sembra rispondere a una logica politica. Sembra sia nato – continua Felici – il partito dell’Anis, che veste i panni del difensore dei lavoratori sammarinesi minacciati dai frontalieri. Siamo alle barzellette, alle favole. In questi anni chi ha chiesto ed assunto cinquemila frontalieiri? Il sindacato o gli industriali?”
L’assemblea dei delegati sindacali continua ad essere convocata tutti i giorni per valutare tempestivamente l’andamento della trattativa e le proposte che saranno messe in campo.