Coro di falsità
La FLI-CSU ribatte al tentativo delle associazioni imprenditoriali di criminalizzare la protesta davanti alle fabbriche.
San Marino, 9 giungo 2005
La mobilitazione per il contratto dell’industria è arrivata al quarto giorno. E anche davanti alle fabbriche della zona di Galazzano si è registrata un’ampia partecipazione dei lavoratori.
Sono oramai migliaia i dipendenti del settore industria che in questi giorni hanno incrociato le braccia per protestare contro la rottura della trattativa contrattuale, rottura segnata dalla pretesa delle associazioni imprenditoriali di introdurre nel mercato del lavoro dosi massicce di precarietà per tutti: sammarinesi, residenti e frontalieri.
Prevedibile dunque l’offensiva innescata dalle associazioni degli imprenditori, che con dichiarazioni pubbliche tentano di criminalizzare la protesta dei lavoratori.
Inevitabile allora che la mobilitazione nelle aree industriali diventi bersaglio di polemiche e falsità. Episodiche scaramucce verbali tra gli scioperanti e chi tenta di forzare i presidi con pose gladiatorie, viene da chiedersi quanto premeditate, diventano così intollerabili e gravi illegalità. Fatti sporadici e marginali diventano insomma il pretesto per mettere in scena tensioni e intimidazioni che non hanno riscontro nella realtà.
Si raccontano favole, per non affrontare davvero i problemi aperti di questa vertenza contrattuale. E a proposito di favole, da parte dell’Assoindustria si registra l’ennesimo tentativo di dipingere il sindacato come esclusivo paladino degli interessi dei frontalieri.
L’ennesimo tentativo di spaccare il fronte, di mettere lavoratore contro lavoratore.
Un giochino vecchio come il mondo, anche questo destinato a fare i conti con la realtà. Ovvero con la sempre più manifesta intenzione degli imprenditori di sfuggire al problema della stabilizzazione dei i rapporti di lavoro dei frontalieri e nello stesso tempo di allargare la precarietà e i licenziamenti facili per i lavoratori residenti e sammarinesi.
All’Anis di accoda l’ Unione Artigiani, che si è detta disponibile a riconoscere il tempo indeterminato per i frontalieri, ma solo a una condizione: avere in cambio il diritto di licenziare qualsiasi lavoratore senza giusta causa. E questo rischia di diventare la bandiera degli imprenditori: precarizzare i sammarinesi in cambio di meno frontalieri.
La trattativa contrattuale comunque non si ferma. Con l’OSLA il giudizio è sospeso, perché si attende che presentino una proposta complessiva su tutti gli aspetti della piattaforma, sia perché le posizioni pubbliche non sempre coincidono con le proposte avanzate al tavolo della trattativa . Mentre con il governo c’è l’impegno di continuare anche nella giornata di venerdì 10 giugno il confronto sui temi contrattuali legati a doppio filo con quelli della riforma del mercato del lavoro e l’ampliamento delle politiche sociali.